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By permission del Fatto Alimentare ©

La dieta Zona, un regime dietetico sbilanciato che da 20 anni demonizza i carboidrati è diventata Mediterranea. Fedez testimone del nuovo libro

 

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La Zona mediterranea è l’ultimo libro dell’ideatore della dieta che attacca i carboidrati

È da poco uscito l’ennesimo libro del biochimico americano Barry Sears, inventore della dieta  Zona che ha ormai 20 anni e un nutrito elenco di libri di altri autori, dal titolo «La Zona mediterranea». Nonostante il nome, la dieta ha poco da spartire con la famosa dieta mediterranea essendo basata, come molte altre che hanno avuto un grande successo, sulla riduzione dei carboidrati. Il libro fa parte dell’ampia letteratura popolar-divulgativa delle diete alla moda (fad diet). Il modello è sempre lo stesso: l’autore, che in questo caso è Sears ma potrebbe essere un Ducan, Atkins, Montignac…, presenta una nuova dieta rivoluzionaria destinata a risolvere il grave problema dell’obesità nel mondo, elisir di salute e lunga vita.

Ovviamente l’inventore della nuova dieta ha capito tutto mentre “gli altri” commettono degli errori. Chi sono “gli altri”? Sono la WHO (World Health Organization), la FAO, l’ IOM (Institute of Medicine), le linee guida americane-europee-italiane per una sana alimentazione. Ovvero migliaia di ricercatori, professori, clinici che sono i migliori esperti al mondo di nutrizione, obesità, medicina. Solo contro tutti il profeta della nuova nutrizione si presenta come un nuovo Galileo Galilei che dovrebbe rivoluzionare il modello alimentare del mondo. Il nucleo del libro è centrato sul concetto di infiammazione causato da alcuni fattori. L’eccesso di carboidrati in grado di aumentare il livello di insulina e un carico elevato di acidi grassi Ѡ6 che favoriscono l’infiammazione rispetto agli Ѡ3 che svolgono un effetto contrario. Il terzo elemento è l’apporto inadeguato di polifenoli, antiossidanti presenti in grande quantità nei prodotti vegetali.

 

L’avversione per i carboidrati è una caratteristica comune a tutte le diete alla moda più diffuse al mondo. Anche per Sears i carboidrati sono “i nemici” e per far questo arriva a dire che la dieta mediterranea “è un concetto del tutto indefinito, per cui è impossibile mettere a punto una strategia alimentare valida per tutta la vita e che sia fondata su dati scientifici”! Nelle prime pagine del libro si sostiene che non è vero che la dieta mediterranea sia ricca di pasta, pizza e pane. Si tratta di una tesi azzardata e per rendersene conto basta confrontare i due modelli alimentari che abbiamo riassunto in questa tabella

 

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A pair of female feet standing on a bathroom scale
I nemici della bilancia sembrano essere i carboidrati, ma non è così

La dieta Zona propone un 40% delle calorie totali giornaliere da carboidrati (da ricavare per lo più da frutta e verdura), mentre la dieta mediterranea ha un apporto del 60% o più sotto forma di cereali integrali, pane, pasta, legumi ecc. Sears non fa distinzione tra zucchero o amidi: sono considerati tutti alla stessa stregua. Alzano la glicemia e l’insulina e quindi favoriscono l’infiammazione che causa invecchiamento, obesità e malattie cardiovascolari… In realtà secondo la dietologia classica ci sono zuccheri semplici e complessi. I primi vengono assorbiti rapidamente e hanno un alto indice glicemico (alzano rapidamente la glicemia nel sangue). Gli amidi complessi (come ad esempio la pasta di semola di grano duro cotta al dente o i legumi) innalzano la glicemia nel sangue lentamente. C’è un altro aspetto da considerare ed è la presenza del condimento con olio che abbassa ulteriormente l’indice glicemico.

 

La paura dei carboidrati nel mondo anglosassone potrebbe derivare dal fatto che hanno un cibo diverso. Il loro pane è la classica fetta da toast, molliccia, facile da masticare. Mentre il pane italiano, specie se integrale, deve essere masticato perché ha una consistenza completamente diversa. Inoltre la pasta negli USA viene considerata ad alto indice glicemico, mentre non lo è nella dietetica italiana ed inglese (UK). Quindi le indicazioni di Sears, e del gruppo di Harvard, sulla pasta potrebbero forse andare bene per gli USA ma non per l’Italia. D’altronde le popolazioni al mondo più sane e longeve, introducono circa il 60-70% di calorie sotto forma di carboidrati.

 

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Un’alimentazione equilibrata prevede anche il consumo di pasta, meglio se integrale e condita con un sugo poco ricco di grassi

La dieta Zona viene proposta a tutti come “stile di vita”, e ha un apporto di circa 1200-1500 kcal al giorno. Il cantante rapper Fedez, idolo dei giovani, nell’edizione italiana fa da testimonial al libro e ai prodotti della linea Enerzona con una bella foto in copertina. Immaginiamo quindi un giovane di 18 anni molto attivo come Fedez con un consumo giornaliero di 2500-3400 o più kcal che segua la dieta  Zona. Le possibilità sono due: o perde per lo più muscoli sino ad abbassare il suo dispendio calorico a sole 1500 kcal giornaliere oppure, cosa più che normale, trasgredisce e si abbuffa con tutto ciò che trova per compensare al grave deficit calorico. È dimostrato che la restrizione calorica promuove i disturbi del comportamento alimentare specie negli adolescenti, che sono una categoria a rischio. Meglio evitare quindi di promuovere questa dieta tra i giovani.

 

In conclusione: le parti più belle del libro riguardano i polifenoli contenuti in frutta e verdura, l’epigenetica, il concetto generale di infiammazione cronica (discutibile così come viene presentato nel libro) e il rapporto (discutibile) tra Ѡ3 e Ѡ6. L’obiettivo del volume sembra alla fine quello di continuare a mantenere l’interesse sulla dieta  Zona anche dopo 20 anni e promuovere la vendita dei prodotti Enerzona. Peccato che il quadro generale su come impostare la dieta sia contrario rispetto alle linee guida mondiali per una sana e corretta alimentazione. La dieta Zona ha venduto milioni di libri contribuendo alla confusione e distogliendo l’attenzione dalle vere cause dell’obesità. Ad esempio l’eccesso di zuccheri semplici e grassi, un inadeguato apporto di cereali e fibra e un industria alimentare che promuove troppo spesso soft drinks e junk food. È falso comunque il concetto secondo cui la dieta mediterranea avrebbe poca pasta e pane e questo la rende incompatibile con la dieta Zona. La cosa terribile è che le diete più strampalate e originali vengono pubblicizzate a milioni di italiani proprio dalla televisione e dai mass media.

La dieta Zona, un regime dietetico sbilanciato che da 20 anni demonizza i carboidrati è diventata Mediterranea. Fedez testimone del nuovo libro

 

By permission del Fatto Alimentare ©

Allego miei commenti a fine articolo sul Fatto Alimentare:

 

Concordo sul fatto che La Zona non sia il male peggiore. Ci sono diete molto più sbilanciate (Atkins, Ducan).
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Forse negli altri libri di Sears si parla di apporto nutrizionale adeguato per età, sesso, peso… Non in questo! La Zona Mediterranea viene proposta come stile di vita.
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Se una persona consuma ad es. 3000 Kcal e rispetta le proporzioni della Zona (30-40-30) deve introdurre oltre 200 gr di proteine al giorno!
Sears per ovviare a questo, dice che la sua dieta non è iperproteica in quanto si introducono al massimo 112 gr di proteine al giorno che sono quanto un italiano medio già fa! E per far questo fissa l’introito calorico tra le 1200 e le 1500 Kcal al giorno! Se si dimagrisce troppo, suggerisce di introdurre un altro pasto in Zona eliminando lo spuntino.
Quindi si propone un modello di dieta di circa 1400 Kcal a tutti e per tutta la vita (pag .79).
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Penso che un libro del genere sia pericoloso, soprattutto quando si usa come testimonial Fedez e si rivolge a dei giovani che consumano il doppio delle calorie proposte.
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Qualsiasi regime ipocalorico fa perdere peso, l’importante e valutare se è sostenibile e salutare.

 

Antonio Pratesi

Sign David la ringrazio per le utili osservazioni.

Veramente quando parlavo di 3000 kcal al giorno non mi riferivo ad uno sportivo! Ma ad es. ad un maschio normopeso di 20 anni che non fa alcuno sport particolare e ciononostante consuma 3000 kcal al giorno. Cosa facciamo? Gli diamo solo 1400 kcal? 40 30 30 o cambiamo il rapporto considerandolo uno sportivo anche se non lo è?
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Sono andato a vedermi La Zona applicata allo sportivo che consuma ad esempio 5000 kcal al giorno.
E’ ancora peggio di quanto pensassi! Siamo nella sfera della biochimica-fantasy! (fantascienza).
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Mi permetto di ricordare che come esistono ortopedici, ginecologi e neurochirurghi (specialisti nei loro ambiti) esistono anche degli esperti in nutrizione che sono i Biologi Nutrizionisti, Dietisti e Medici Dietologi.
I professionisti seri seguono la medicina basata sui fatti (EBM) quindi non la dieta La Zona.
La dieta è importante per la salute, conviene acquisire informazioni corrette.

 

Un atleta a seconda del tipo di attività dovrebbe introdurre carboidrati dai 6 ai 10 gr/kg di peso corporeo al giorno, con una ripartizione che può andare da un 45% ad un 65% delle calorie giornaliere (American College of Sport Medicine (ACSM), ADA, DC).
La Zona con un 40% di calorie da carboidrati è completamente fuori linee guida.
Un maratoneta che segue la Zona? Penso si possa fare di meglio!
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Per un giovane-adulto attivo e che consuma sulle 2500 kcal al giorno “Ingurgitare 120 grammi di pasta”, a pranzo e se desidera anche a cena, è uno dei modi migliori per impostare una dieta salutare!
(240 gr di pasta sono solo 760 kcal da carboidrati pari a un 30% delle cal giornaliere. Quindi può mangiare ancora molti altri carboidrati!)
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Questo è il problema delle diete low carb (che demonizzano i carboidrati): diffondono idee non corrette tra la popolazione generale.

 

Troppa “carne al fuoco”, mi limito ad alcuni punti per brevità.
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La dieta Mediterranea può essere definita come la dieta che seguivano le popolazioni rurali del sud Italia e della Grecia negli anni 50 (con circa un 55-60% o più di carboidrati). E’ chiaro che ci sono altre varianti nel bacino del mediterraneo.
Lei dice: “La vera caratteristica della Mediterranea…era la bassa densità calorica dei cibi”.
Esatto!
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E come si realizza la bassa densità calorica?
Riducendo i grassi, gli zuccheri semplici (che aggiungiamo noi) ed aumentando…i carboidrati complessi: patate, cereali, pasta, pane, riso (meglio se integrali), frutta, verdura. Limitando alimenti elaborati come snack, cioccolato, patatine, biscotti, merendine, bevande zuccherate (= meno zuccheri, grassi e sale).
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E dove si arriva mangiando in questo modo?
Ad un 60-70% di calorie da carboidrati: ad esempio la dieta mediterranea, le diete tradizionali asiatiche (zone rurali della Cina o Okinawa) o le diete vegetariane (avventisti del settimo giorno) che sono i migliori modelli alimentari associati a longevità e salute.
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Non ho parlato del carico glicemico per non appesantire l’articolo. In effetti è quello normalmente utilizzato dai diabetici perché tiene conto dell’indice glicemico e del contenuto dei carboidrati nei vari alimenti.

 

 

Il modello della dieta Mediterranea può essere utile anche oggi che siamo molto sedentari perché ha una bassa densità calorica (poche calorie per unità di peso e volume). Inoltre c’è una buona densità di nutrienti come vitamine, sali minerali, fibra. Ovviamente la dieta va adattata alle diminuite richieste energetiche e integrata con le migliori informazioni medico nutrizionali che abbiamo oggi.
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Ad es. negli anni sessanta si bevevano in media 110 Litri di vino procapite all’anno. Se si beve acqua sono circa 70.000 Kcal in meno all’anno. Possiamo usare carni e formaggi più magri, preferire il latte parzialmente scremato…
Inoltre possiamo prestare attenzione a non avere una carenza di Iodio, Ferro, vitamina D, possiamo evitare-trattare i parassiti intestinali, evitare le aflatossine nei cereali-legumi, conservare meglio gli alimenti (frigo), bollire il latte ecc.
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Insomma il modello di dieta mediterranea adattato ai giorni nostri è salutare, PIACEVOLE e facile da seguire. Perché complicarsi la vita con strane diete?

 

Non generalizziamo, non tutti hanno avuto gli stessi risultati: molti hanno provato La Zona e l’hanno abbandonata perché poco pratica o perché non si sono trovati bene.
Negli USA l’interesse per questa dieta è diminuito sempre più negli anni.
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Lei dice: “se da tanti anni esiste non può essere la moda del momento”.
Quando un libro di diete ha successo per mantenere l’interesse e “sfruttare l’onda” si scrivono altre varianti dello stesso …ad es. di Barry Sears:La Zona anti-età 2001, La Zona la nuova alimentazione 2004, Sette giorni con la Zona 2005, Come raggiungere La Zona 2010, Prevenire con La Zona 2012, La Zona del futuro…2013, In Zona con la soia 2013, La Zona Mediterranea 2015 più tutte le varianti scritte da altri autori.
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La moda può essere alimentata con il marketing e la pubblicità.
Ad esempio: siamo in Italia, EXPO 2015 tutto incentrato sul cibo, la dieta Mediterranea è una star a livello mondiale…
perché non scrivere un libro che unisca la dieta La Zona con la dieta mediterranea (due modelli alimentari che in realtà sono agli antipodi)?
E perché non pubblicizzare questo libro in seconda serata su Rai 1 a milioni di italiani?
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Capisce anche lei che la “moda” può essere creata o guidata.
Non è forse così che funziona la moda nel campo dell’abbigliamento?

 

Antonio Pratesi

Vincenzo: grazie per l’utile suggerimento. La “Cochrane Library” è un’ottima fonte.

Sig. Drasp, la capisco! Si parla troppo di nutrizione e talora con messaggi contrastanti. Il rischio è che le persone si stanchino e decidano di seguire il “buon senso”. E’ un vero peccato perché ci sono importanti informazioni nel campo della nutrizione che possono favorire la salute.
Il “buon senso” senza punti di riferimento è spesso guidato dalla pubblicità.

PS: le persone che ha citato non sono male. Ognuno ha sua peculiarità ma nessuno dice di portare i carboidrati al 40% delle calorie!

 

Antonio Pratesi

La dieta attuale degli italiani non è la dieta mediterranea!
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In realtà è facile arrivare ad un 60% delle calorie da carboidrati. E’ sufficiente ridurre i grassi, gli alimenti preconfezionati e aumentare la pasta, pane, riso, patate.
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Concordo con lei: ci sono diversi modelli di alimentazione. Ad es. gli esquimesi seguono una dieta principalmente a base di prodotti animali, quindi non tutti devono seguire una dieta con un 55-60% di carboidrati.
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Comunque ricordo che diversi modelli alimentari che hanno un 60% o più di calorie da carboidrati (dieta mediterranea, diete vegetariane, diete tradizionali asiatiche) sono associati a salute e longevità. Quindi sono modelli cui ispirarsi.
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Dieta dal greco significa stile di vita, cioè movimento, cibo, convivialità e piacere.

 

About The Author

Medico Nutrizionista Clinico, Food Politics. Diet-debunker.

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