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Sugar tax versus promozione dell’attività fisica.

Miei COMMENTI a fine articolo che riporto dal Fatto Alimentare:

Antonio Pratesi

La Sugar Tax NON c’entra nulla con il PROIBIZIONISMO! La tassazione di un prodotto NON è il bando di quel prodotto dal mercato (cioè divieto di fabbricazione, vendita, importazione e trasporto) come era stato per l’alcool negli anni venti del secolo scorso negli Stati Uniti d’America. La tassazione ha l’obiettivo di modulare i consumi, educare la popolazione, favorire delle scelte più salutari, ridurre i consumi di alimenti non salutari. Le bevande zuccherate ne sono un esempio. Per il fumo e l’alcol la tassazione FUNZIONA eccome! … tanto è vero che le maggiori organizzazioni della salute del mondo, come indicato nell’articolo, consigliano di adottare questa procedura oltre che per il fumo e l’alcol, anche per lo zucchero/i aggiunti = Sugar Tax. 

Antonio Pratesi

Fermo restando che dobbiamo sempre cercare di promuovere l’educazione i dati a nostra disposizione indicano che purtroppo questa strada non funziona. Dobbiamo prenderne atto. Le persone di livello socio-economico medio/alto hanno minori problemi di obesità … quindi la cultura ha sicuramente un qualche ruolo. Mentre le persone culturalmente più fragili sono confuse, probabilmente perché sono più esposte all’influenza delle pubblicità alimentari e scambiano facilmente i ciarlatani … per esperti. L’industria alimentare che in genere promuove alimenti ricchi di zuccheri e grassi ha sempre temuto e ostacolato l’intervento regolatorio dei governi. La tassazione di alimenti spazzatura (ad esempio soft drinks) e la detassazione di altri più salutari, nonché lo stop della pubblicità di junk food è un modo per favorire scelte alimentari più sane e dare un forte messaggio educativo.

 

Image by photosforyou from Pixabay

 

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About The Author

Medico Nutrizionista Clinico, Food Politics. Diet-debunker.

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