LA DIETA DELLA LONGEVITA’ RECENSIONE DELL’ULTIMO LIBRO DI VALTER LONGO
Tratto da due articoli del Fatto Alimentare: LINK ad articolo 1; LINK ad articolo 2
Il peso della longevità è l’ultimo libro scritto da Valter Longo, l’inventore della dieta della longevità e della dieta mima digiuno, fondatore dell’azienda L-Nutra che produce Prolon® (un kit preconfezionato per seguire la mima digiuno), nonché di cliniche negli USA e in Europa per fornire supporto nutrizionale anche a persone che devono perdere peso.
Il libro presenta molti punti interessanti e condivisibili riguardo al ruolo protettivo della restrizione proteica, preferendo quantitativamente le proteine vegetali a quelle animali, e a quello dell’attività fisica, ma anche sulle diete chetogeniche, iperproteiche e low carb, che sono da evitare, e sui vari tipi di digiuno intermittente, di cui l’unico consigliato da Longo è la pausa notturna di 12 ore.
Valter Longo contro i farmaci anti-obesità
Si parla dei nuovi potenti farmaci anti-obesità (agonisti del GLP1), mettendo a risalto alcuni effetti collaterali come la neuropatia ottica. In realtà questo effetto collaterale è estremamente raro. In un’intervista per il Corriere della Sera Longo ha rincarato la dose contro questi farmaci riferendo altri effetti collaterali come un aumentato rischio di pancreatite e perdite esagerate di massa muscolare. Diabetologi e medici dietologi hanno criticato queste affermazioni perché non corrette.
Nel libro vengono presentati dei casi di successo di persone seguite dalle cliniche di Valter Longo, che hanno ottenuto buoni risultati nel calo ponderale e nel trattamento dell’obesità, talora anche con cicli di dieta mima-digiuno. Va però detto che Longo non ha una formazione clinica: la sua esperienza è nel campo della ricerca di base. Ciononostante suggerisce principi dietetici (dieta della longevità e mima-digiuno) che talora non coincidono con le linee guida dell’OMS e che non sono ancora stati accettati dalla comunità scientifica internazionale.
Le 4 P
Fa anche divulgazione direttamente alla popolazione generale sostenendo che la causa del sovrappeso nei bambini sarebbe nelle 4 P – pane, pasta, pizza, patate (più riso e succhi di frutta) – una generalizzazione banale priva di riscontri scientifici, che accresce la carbofobia che caratterizza una pseudocultura nutrizionale dilagante nella nostra società. Moltissimi blog, account Instagram, gruppi Facebook, libri di carattere divulgativo continuano ad alimentare la leggenda dei carboidrati che sarebbero la causa di tutti i mali.
Diversamente da quanto indicano l’OMS e l’EFSA, Longo non fa distinzione fra gli zuccheri semplici aggiunti (come ad esempio il saccarosio, o zucchero da tavola) e gli zuccheri naturali presenti nella frutta (per questo nel suo primo libro consigliava di non mangiare più di un frutto al giorno, però ora scrive anche di non essere troppo rigidi e di concederci una bibita zuccherata ogni tanto!). In alcune interviste (vedi sotto) mette in guardia dalla frutta che potrebbe anche in piccole quantità in eccesso rispetto al nostro fabbisogno (un pugno d’uva al giorno, circa 30 g di carboidrati) addirittura aumentare il peso corporeo di una persona ad esempio di 30 kg in 10 anni.
(1) LINK ad intervista su Instagram
Inoltre parla degli amidi come se fossero zuccheri liberi. (2) Ma mangiare pasta non è come assumere zuccheri liberi nel caffè o in una Coca-Cola! In Italia, in media nella popolazione, introduciamo pochi carboidrati (solo il 42% delle calorie giornaliere, nella fascia tra i 18-59 anni, quando è consigliabile introdurne un 45-60%) e troppi sono gli zuccheri semplici, specie nei bambini (17% delle calorie totali giornaliere, tra i 7 e i 10 anni di età, 19% tra 1 e 6 anni di età, quando dovrebbero essere al di sotto dei 15%). Possiamo dire tranquillamente che gli italiani non seguono molto il modello alimentare mediterraneo che aveva 55-60% di calorie da carboidrati.
L’errore di Valter Longo
Affermare che il problema dell’obesità sono le 4P è un grave errore che può solo peggiorare l’alimentazione degli italiani. Le persone sono così portate a ridurre ancor più la quota di carboidrati complessi con un incremento relativo della quota dei grassi e delle proteine che sono già in eccesso. Un deficit calorico è sicuramente un toccasana nella società dell’opulenza in cui viviamo, e diete molto restrittive come la dieta mima digiuno ripetute a cicli possono dare dei benefici metabolici, ma implicano sempre un grado di ‘sofferenza’ nelle persone.
Le diete drastiche hanno degli effetti anche psicologici ancora poco compresi e meritevoli di ulteriori studi. In un mondo in cui i disturbi del comportamento alimentare dilagano, è prudente non proporre alla popolazione generale diete ripetute così restrittive e al di sotto della soglia del metabolismo basale. L’uomo non è solo una macchina metabolica ma è anche un’entità psichica. Il trattamento dell’obesità o di altri disturbi nutrizionali non dovrebbe prescindere da una valutazione psicologica approfondita.
Se oggi ci rechiamo in una qualunque libreria troviamo diversi libri di nutrizione ‘da evitare’ scritti anche da medici (accademici e non, specialisti in endocrinologia o medicina interna) che sostengono le solite diete a controllo glicemico/insulinico (3) come fanno da anni diversi autori (Robb Wolf, Adriano Panzironi, Barry Sears e molti altri). Rispetto a questi libri, l’ultimo libro di Longo risulta un buon libro ma accanto a molte utili informazioni, ci sono alcune indicazioni che si discostano da una dieta equilibrata e ragionevole indicata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.
Nel libro molti capitoli pubblicizzano insistentemente i siti della fondazione Valter Longo dove si raccolgono donazioni e si seguono direttamente pazienti con obesità o altri problemi nutrizionali. Permangono dubbi di conflitto di interessi.
Note
(1) In questa intervista Longo afferma che solo 30 g di carboidrati da frutta in più al giorno potrebbero essere causa di importanti crescite ponderali in 10 anni. In realtà l’esempio non è corretto dal punto di vista metabolico, ne abbiamo parlato qui.
Inoltre l’esempio non è corretto neppure dal punto di vista dietetico come spiegano le linee guida per una sana alimentazione 2018: “L’evidenza di salute pubblica più consolidata nel corso degli anni, senza controversie e sempre più avvalorata da dati scientifici e osservazioni epidemiologiche è che il consumo di frutta e verdura costituisce un importante fattore di protezione nei confronti di sovrappeso e malattie cronico-degenerative, con particolare riguardo per le malattie cardiovascolari, il diabete di tipo 2 e i tumori. Frutta e verdura apportano acqua, fibra, vitamine, minerali e sostanze bioattive, componenti, questi ultimi, che possono contribuire positivamente sulla salute. Inoltre, dettaglio non trascurabile, un’elevata assunzione di frutta e verdura permette di ridurre la densità energetica della dieta, sia perché il loro tenore in grassi e il loro apporto calorico complessivo sono limitati, sia perché il loro potere saziante è particolarmente elevato.”
E ancora: “Le raccomandazioni internazionali dicono che dovremmo mangiarne (frutta e verdura) almeno 400g, come obiettivo minimo di salute pubblica per la prevenzione delle malattie croniche. In altre parole: se ne mangiamo di più è meglio … Mentre c’è ampio consenso sulla raccomandazione di consumare più frutta e verdura in generale, la maggior parte delle linee guida nutrizionali non stabilisce una proporzione tra l’una e gli altri… Come ripetuto spesso nulla vieta di consumarne di più, nel rispetto però dell’equilibrio complessivo della dieta.”
Gli studi in letteratura indicano un effetto inverso tra consumo di frutta e rischio di sovrappeso/obesità. Ricordiamo infine che l’OMS non fissa un limite superiore per quanto riguarda il consumo della frutta.
(2) Longo scrive: “una porzione di riso bianco o una patata equivalgono a circa 20 zollette di zucchero, se si considera la glicemia dopo il pasto”. Ma l’amido che troviamo in cereali come pasta, avena, riso, cous cous, orzo, mais (integrali o meno) non è uguale al saccarosio o fruttosio aggiunti negli alimenti o bevande. La compattezza dell’amido, la presenza di fibra, la digeribilità e il grado di assorbimento e quindi l’effetto metabolico finale sono diversi. Queste sono nozioni elementari di dietetica che non possono essere banalizzate in questo modo a scopo divulgativo. In Italia ci sono migliaia di nutrizionisti (ma anche normali cittadini) senza una solida formazione dietetica che leggendo quanto dice Longo sul Corriere della Sera ripetono con i loro clienti questi concetti: “mangiare pasta è come assumere zucchero bianco”. Non è la realtà!
Infatti in un individuo sano normopeso (con una sensibilità normale all’insulina) solo una percentuale che va dall’1 al 3 % di glucosio contenuto nei carboidrati ingeriti viene incorporato in trigliceridi mentre una quantità proporzionalmente più rilevante di fruttosio viene metabolizzata per formare trigliceridi.
(3) Il controllo della glicemia/insulinemia non deve essere il principale/unico criterio per impostare una dieta equilibrata. Sono altri i principi da seguire per impostare una dieta salutare.
L’autore dichiara di non avere alcun conflitto di interessi
© Riproduzione riservata Foto: Depositphotos, Piemme, AdobeStock
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11 COMMENTI
luigiR
8 Ottobre 2025 15:16
personalmente ho letto, recentemente, articoli scientifici in cui si sosteneva che mangiare più frutti nella giornata, non variava affatto il decorso glicemico nel sangue, perché, oltre al fruttosio, ci sono altre componenti che riescono a “frenare” la reazione del nostro organismo alla presenza di tale zucchero.
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MaxTo
Reply to luigiR
14 Ottobre 2025 14:12
Ma poi mangi un frutto Ok… ma vuol dire che evitato uno snack e quindi è tutto di guadagnato.
È vero che meno mangiamo e meglio stiamo, però siccome siamo abituati sin da piccoli ai dolciumi è difficile staccarsi dalle cattive abitudini propinate dalla TV e dai parenti. Siamo pieni di vizi alimentari l’importante è esserne consapevoli.
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Piero
14 Ottobre 2025 08:39
Interessante questo confronto. Quando gli esperti però, specie americani o americanizzati come Longo ampliano la loro notorietà puntando su aspetti tipici del successo, allora prende piede il business. Non solo. Diceva giusto il recensore che Longo non ha esperienza clinica e ciò è importante, anche se avrà esperienza di consulente dietologico con molte persone. Però non sento parlare se nel libro ci siano delle verifiche di ordine sanitario come esami di sangue e di urine per valutare meglio la persona da consigliare. Sì. Perché è, in questi casi, un consiglio medico di impostare la propria vita attraverso anche il cibo.
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Pier Danio
14 Ottobre 2025 10:46
Valter Longo non ha conflitto d’interessi perché lui e gli interessi sono la stessa cosa. Mi viene da dire che la strategia di Longo sia abbastanza simile a quella di Trump: non importa che quello che dici sia vero, la cosa che conta è che sembri vero, in questo conteso è anche importante non ammettere di aver sbagliato o di essersi contraddetti MAI. Mio nonno, nato nel 1864, quando voleva confermare una notizia come vera diceva: lo hanno detto alla radio o è scritto sul giornale” in molti lo dicono anche oggi. Ammesso e non concesso che questo fosse vero un secolo fa, oggi sicuramente ciò che è riportato dai media è perlomeno superficiale, quasi sempre frutto di un interesse anche se legittimo. Quando i media parlano di scienza dovrebbero limitarsi alla semplice cronaca, quando cercano di spiegare solitamente sono parziali e spesso il percepito del lettore/utente è distante dalla realtà scientifica dello studio o della scoperta. Il successo di Valter Longo è dato dal volume di spettacolari campagne di comunicazione (al limite del pubblicitario) su di lui e la sua “scienza” e articoli di giornale spesso poco chiari o molto discutibili, come quelli apparsi su TIME e Il Corriere della Sera. Longo però è spesso concorde con la scienza ufficiale, questo fa pensare al lettore che quando dice cose non provate in alcun modo siano altrettanto vere. Longo sostiene che lui ha la “verità” e tutti gli altri no. Per questo su alcune delle sue barrette al posto della tabella nutrizionale c’è scritto: formula segreta.
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stefania ruggeri
14 Ottobre 2025 14:44
grazie per questo articolo
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Giorgio Massa
14 Ottobre 2025 15:46
Come medico posso dire che dal secolo scorso l’argomento della alimentazione si è spontaneamente associato a due delle paure ancestrali dell’uomo: la paura di ingrassare e, quindi, l’ansia di dimagrire, e la paura di morire e, quindi, di invecchiare: forme ossessive che hanno scatenato ricerche mediche contrastanti, divulgazioni variopinte, speculazioni commerciali e accoglienze entusiaste ma anche risultati deludenti, in un quadro di nevrosi generalizzata. Gli organismi biologici non tendono all’entropia, cioè all’aumento del disordine. ma necessitano di stabilità e di punti di riferimento, scanditi da ritmi circadiani precisi e da rapporti ben calibrati fra apporto calorico, dispendio energetico e benessere interiore, il tutto adattato ai cambiamenti e ai tempi dell’evoluzione (darwiniana o lamarckiana che sia) e all’epigenetica. Nessun regime alimentare è sano se non relazionato all’attività fisica, che rappresenta il principale dispendio energetico. e al benessere interiore, senza il quale si entra in fase di stress e, con esso, l’attivazione dei meccanismi ancestrali della difesa e della fuga che attivano ormoni che alterano il metabolismo. Parafrasando E. Flaiano (“.. quando gli scienziati hanno messo tutto in ordine arrivano i poeti che rimettono di nuovo tutto in discussione…”) potremmo dire che quando la scienza fornisce informazioni utili ma da provare nel tempo, arrivano i divulgatori (alcuni) a mettere confusione, spesso con conflitti di interesse.
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MaxTo
Reply to Giorgio Massa
15 Ottobre 2025 10:29
Mi scusi ma Longo sarà tutto il male che leggo in questi commenti ma è un medico più che qualificato. Che I medici siano in contrasto tra loro ci sta, a livello universitario in tutte le scienze i contrasti ci sono. Quello che non mi convince del suo commento: la paura di ingrassare gli italiani, che hanno sempre avuto la paura atavica di morire di fame è per questo che in un certo senso negli anni sessanta c’è stato il boom del consumo di carne. Il fatto è che tutti i Paladini delle diete sane mediterranee hanno scoperto che in queste, la fame, la miseria avevano una seria voce in capitolo come anche la religione. Ancel Adams scoprì che i professionisti agiati napoletani avevano le stesse magagne degli americani malati, mentre i tranvieri che facevano la fame erano Sani come pesci a livello di potenziali malattie cardiache. Se vai contro l’industria alimentare devi andare armato e Longo ha scelto di armarsi facendo i soldi con le sue linee alimentari.
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Giorgio Massa
Reply to MaxTo
15 Ottobre 2025 12:46
Buongiorno e grazie per le sue osservazioni che considero pertinenti. Devo però fare alcune precisazioni. Nel dopoguerra l’Italia ha subito grandi trasformazioni economiche e culturali e in breve tempo da Paese che pativa la fame è diventato un Paese benestante e persino consumista: un sano edonismo misto ad alcuni eccessi. Da allora gli indicatori hanno cominciato a registrare aumento di malattie come ipertensione e diabete 2 insieme ad altre malattie metaboliche da “benessere”, sulla scia americana. Ed è da allora che il tema della alimentazione diventa dieta e quello dell’invecchiamento ricerca della longevità. Istanze di natura estetica e altri stereotipi legati alla cultura del “bello” (complice la cinematografia) hanno poi rinforzato emotivamente questa nuova immagine imperativa e dominante. In questo variegato contesto sono fiorite iniziative salutistiche di ogni genere, da studi scientifici a improvvisazioni individuali che hanno perso di vista gli equilibri rigorosi della biologia andando ad impelagarsi nel mar dei sargassi delle ipotesi più varie e più o meno fantasiose, prive di quei criteri di validazione scientifica che richiede molto tempo, passando anche per correzioni e smentite. Un mare comunque troppo pescoso per non approfittarne commercialmente. Un buon divulgatore traduce in un linguaggio accessibile quello che la scienza comunica mantenendone la paternità, un promotore commerciale è un’altra cosa.
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MaxTo
15 Ottobre 2025 10:36
Attendo paziente che qualcuno parli anche di Berrino, anche lui scrive libri, articoli su quotidiani e anche lui parla malissimo dei carboidrati, pane pizza pasta e riso.
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Reply to MaxTo
15 Ottobre 2025 11:06
Abbiamo scritto diversi articoli su Berrino
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15 Ottobre 2025 14:49
L’unica dieta riconosciuta da tutti gli esperti ed enti che da sempre si occupano della salute per una alimentazione sana e mirata è sempre stata la dieta mediterranea, come molti stanno seguendo anche fuori dalle nostre latitudini con benefici per l’organismo, e una migliore qualità di vita,aggiungendo una sana vita all’aperto.
ARTICOLO 2
Abbiamo già parlato dell’ultimo libro scritto da Valter Longo (Il peso della longevità) l’inventore della dieta della longevità e della dieta mima digiuno, fondatore dell’azienda L-Nutra che produce Prolon®, un kit per seguire la dieta mima digiuno (oltre un milione di kit venduti nel mondo, con un prezzo varia da 199 a 143 euro per un ciclo di 5 giorni). Oltre ai kit, Prolon® propone tutta una serie di prodotti: barrette, beveroni, creme spalmabili e integratori. Longo è anche fondatore di cliniche negli USA e in Europa per fornire supporto nutrizionale anche a persone che devono perdere peso.
Sul sito di L-Nutra si legge che “La stragrande maggioranza delle sue azioni [di Valter Longo, ndr] in L-Nutra saranno donate per cause di beneficenza” (anche se sul sito di Prolon si specifica che queste cause di beneficenza sono le Fondazioni Non-profit Create Cures negli USA e Fondazione Valter Longo in Italia).

La storia di Valter Longo
Valter Longo, nato a Genova da una famiglia di origini calabresi, si trasferisce a 16 anni negli USA e intraprende una strada in ambito scientifico che culmina con la pubblicazione del suo primo libro La dieta della longevità, tradotto in 26 lingue e venduto in 40 Paesi. In seguito Longo guadagnano fama internazionale e viene spesso intervistato daTV e giornali, e la sua azienda L-Nutra macina buoni risultati.
Per orientarsi meglio sul personaggio, va detto che Longo dopo un Bachelor of Science (B.S.) in Biochemistry, ovvero una laurea in ambito scientifico (biochimica, chimica e biologia), intraprende una carriera accademica e diventa professore universitario di Biogerontologia e direttore del Longevity Institute dell’Università della California del Sud. Il suo interesse verte sui meccanismi dell’invecchiamento.
I primi studi sono sul lievito di birra, per poi passare a modelli animali e quindi all’uomo. Non è un medico, ma è un ricercatore di base che ha sviluppato un modello di dieta, la famosa ‘dieta della longevità’, che promuove attivamente tra la popolazione generale anche formando dei ‘nutrizionisti clinici’ che operano tramite la sua fondazione. Molti capitoli dell’ultimo libro rimandano per informazioni o assistenza nutrizionale alle sue cliniche “no profit” in Italia e negli Usa (www.fondazionevalterlongo.org e www.creartecures.org). Longo riconosce che il modello alimentare mediterraneo è uno dei migliori al mondo con un imponente background scientifico, ma in base ai suoi studi la dieta della longevità sarebbe migliore (pag. 66-84). A parere nostro il modello presenta alcune criticità.
Dieta della longevità
Mentre nel primo libro pubblicato nel 2016 La dieta della longevità era una dieta quasi vegana (pesco-vegetariana) con solo pesce in aggiunta a cereali e legumi sino ai 65-70 anni di età, nel nuovo libro Il peso della longevità si possono usare anche piccole quantità di uova, pollame e formaggi (di capra).
Non è prevista carne rossa o processata. Rispetto alla dieta mediterranea, Longo consiglia di ridurre pasta, pane, riso e patate per incrementare i legumi, cereali integrali e verdure. Lo schema ha un basso apporto di proteine fino ai 65-70 (0,8 g/chilo di peso corporeo, erano 0,7 g/chilo nella prima versione della dieta della longevità del 2016) principalmente da pesce, legumi, frutta secca, semi e cereali. In età più avanzata è ammessa anche la carne rossa.
La dieta usa grassi sani come olio di oliva, frutta secca, salmone e cioccolato fondente. Ma quest’ultimo, ricco di polifenoli, in realtà ha una quantità importante di zuccheri liberi (50 g/100). Quindi se si limitano gli zuccheri della frutta, che ha solo un 10% di zuccheri in media, risulta poco comprensibile suggerire il cioccolato fondente che ne ha quasi il 50% con più del 20% di grassi saturi.
Durante la settimana si possono bere a 2-3 bicchieri di vino, se non ci sono altri fattori di rischio. Ma il quantitativo di vino corretto da assumere per non avere alcun rischio legato al consumo di alcol è di zero bicchieri al giorno! Quando si fa divulgazione scientifica è necessario essere chiari su questo punto.
Valter Longo e la questione della frutta
La frutta dovrebbe essere in minor quantità rispetto alla dieta mediterranea: un solo frutto al giorno nella versione originale della dieta della longevità. Limitare la frutta per limitare gli zuccheri è un messaggio non in linea con le indicazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), che non fissano un limite superiore per quanto riguarda l’assunzione di frutta in quanto contribuisce a migliorare l’alimentazione. Infatti la frutta non è ‘solo zuccheri’, ma apporta acqua, fibra alimentare, vitamine, sali minerali, polifenoli ed è un alimento naturale ‘autolimitante’ cioè è difficile assumerne in eccesso perché è voluminoso, ha una sua consistenza (texture) ed è a bassa densità calorica (in media sulle 45 kcal/etto).
Una regola importante suggerita da Longo è mantenere un digiuno notturno di almeno 12 ore, tutte le altre forme di digiuno intermittente con un maggior numero di ore sono da evitare perché possono comportare un aumento del rischio mortalità per malattie cardiovascolari e di calcolosi della cistifellea (pag. 133-139).
Dieta mima digiuno
Longo continua a realizzare studi clinici con cavie, ma anche nell’uomo, con la sua proposta di dieta mima-digiuno, della durata di cinque giorni. Il primo giorno si introducono circa 1.100 kcal e nei successivi quattro 700/800 kcal/die. La dieta mima digiuno viene ripetuta diverse volte in un anno, con frequenze che possono variare da una volta al mese, a una volta ogni 3-4-6 mesi.
Questo regime alimentare ha dimostrato in alcuni studi di migliorare fattori di rischio per malattie croniche, abbassare il colesterolo e la pressione, e di migliorare il sistema immunitario “rallentando l’invecchiamento cellulare e promuovendo la rigenerazione delle staminali”. Questa dieta ha dimostrato di allungare la vita di topi da laboratorio, ma questo effetto nell’uomo è tutto da dimostrare con studi a lungo termine.
È prematuro estendere l’uso della dieta mima digiuno alla popolazione generale come viene fatto con la vendita di prodotti della Prolon®. Sarebbe opportuno avere più studi a supporto e, soprattutto, il vaglio della comunità scientifica internazionale. Da tempo sappiamo che diete drastiche low carb (a basso contenuto di carboidrati) o chetogeniche possono causare in soggetti con disturbi latenti del comportamento alimentare (anoressia, bulimia), l’insorgenza di un franco disturbo del comportamento alimentare. Anche in persone non predisposte a disturbi dell’alimentazione l’adozione di diete fortemente ipocaloriche incrementa la preoccupazione per il cibo e il rischio di sviluppare episodi di alimentazione in eccesso e di abbuffate, favorendo addirittura l’aumento di peso a lungo termine negli individui normopeso.
L’autore dichiara di non avere alcun conflitto di interessi
© Riproduzione riservata Foto: Prolon®, Piemme, Depositphotos
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5 COMMENTI
Erika
9 Ottobre 2025 14:03
È corretto affermare che l’OMS non stabilisce un limite massimo assoluto per l’assunzione di frutta, poiché contribuisce a una migliore qualità dell’alimentazione.
Tuttavia, l’OMS fornisce linee guida sul fabbisogno calorico giornaliero e sulla percentuale dei macronutrienti (carboidrati, proteine, grassi) in base a età, sesso e livello di attività fisica.
Di conseguenza, la quantità di frutta deve essere bilanciata all’interno dell’apporto calorico complessivo per rimanere nei range consigliati e mantenere un’alimentazione equilibrata…
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Giordano
11 Ottobre 2025 17:32
“Il quantitativo di vino corretto da assumere per non avere alcun rischio legato al consumo di alcol è di zero bicchieri al giorno!”. Negli ultimi mesi leggiamo ovunque, tutti i giorni, questa nuova verità. Io suggerirei però prudenza, perché le verità della scienza sono spesso le verità di un determinato momento. Forse mi sbaglio e questa verità – che anche nell’articolo in questione, con tanto di punto esclamativo, viene venduta per estremamente certa e sicuramente eterna – sarà in effetti ancora valida nei prossimi millenni. Tuttavia qualche nuovo studio potrebbe ribaltarla tra non molto. Intanto questo nuovo allarmismo avrà causato nuove ansie di cui forse avremmo potuto farne a meno. Nella ricerca nulla e permanente e forse l’unica verità é quella di Paracelso: Omnia venenum sunt: nec sine veneno quicquam existit. Dosis sola facit, ut venenum non fit. É la dose che fa il veleno. Forse.
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giova
Reply to Giordano
13 Ottobre 2025 14:20
In questo caso così bassa da diventare insignificante come piacere, gusto e abitudine alimentare.
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giova
13 Ottobre 2025 14:28
Articolo molto ben scritto e documentato. Condivido anche tutti i rilievi (frutta, cioccolato, alcool ecc.) che il dott. Pratesi individua.
Solo un appunto sulla frutta: concordo con il dott. Pratesi sulla soglia non corretta, ma non è applicabile a tutti i frutti. Pensiamo ai cachi, alle banane, all’uva; e c’è n’è altra di frutta molto ricca di zuccheri.
Infine, una considerazione generale su questa impostazione dietologica: a me non pare molto diversa dalla dieta macrobiotica se vengono rispettate le corrette proporzioni, soprattutto per pesce/pollame/uova.
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Fabio Cannarella
14 Ottobre 2025 18:17
Sono d’accordo col dott. Pratesi e aggiungo che il tema ricorrente nel libro è il criticare l’uso degli ultimi farmaci utilizzati per il diabete e anche per l’obesità, enfatizzandone gli effetti collaterali. Pur essendo consapevole che vanno utilizzati in casi selezionati e dopo un eventuale fallimento di sola dieta, il giudizio solo negativo espresso nel libro mi sembra ingiusto e sospetto..
