“Coca Cola si,… Coca-Casa e Chiesa” (V. Rossi)

Ho rivisto da poco Andrea, un ragazzo di 15 anni che conosco sin da bambino. La sua obesità, sembra peggiorare di mese in mese. La mamma ed il papà, che sono longilinei, mi raccontano che il ragazzo ha un desiderio irrefrenabile di bevande zuccherate. La madre riferisce che è “come drogato”, se non le trova in casa, non le dà tregua finché non le ottiene.
Andrea era un bambino con un importante eccesso di peso. Anche la sorella sin da piccola soffriva di obesità. Ricordo che quando passavo per casa per visitare la mamma, questi due bambini erano sempre di fronte alla TV e sul tavolo c’era spesso una bottiglia di aranciata o Coca aperta.
Il numero di famiglie con bambini paffutelli se non addirittura obesi è in aumento. Indipendentemente dal loro livello socio-culturale, queste famiglie hanno immancabilmente delle bevande zuccherate in casa. Ad esempio la “Coca Cola”, molto diffusa in Italia, o altre bevande come aranciate, tè zuccherati, o succhi vari.
Un recente report negli USA, ove l’obesità è un problema molto serio, evidenzia che le calorie assunte tramite bevande ammontano a circa il 19% delle calorie totali giornaliere. Vale a dire circa 400-600 kcal al giorno in una dieta rispettivamente di 2000 e 3000 kcal. Di queste una fonte importante è rappresentata dalle bevande zuccherate (circa 150 kcal die o più a seconda degli studi pubblicati) mentre una parte minore è rappresentato dal latte o bevande a base di latte e succhi di frutta al 100%.
Si calcola che in media gli americani introducano 22 cucchiaini di zuccheri semplici aggiunti nella dieta (zucchero bianco, fruttosio, destrosio…) pari a oltre 100 grammi al giorno. Un quantitativo spropositato se si considera
che il fabbisogno è di ZERO grammi al giorno e che il loro consumo è dannoso per la salute (promuovono carie, obesità, diabete).
