Recensione del libro di Luigi Fontana: “La felicità ha il sapore della salute”
L’autore è uno dei massimi esperti italiani nel campo dalla nutrizione, una autorità a livello mondiale.
Un libro molto bello ed utile: consigliato!
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Qui sotto trovate il testo della recensione sul Fatto Alimentare:
Se avete letto “La Dieta della Longevità” di Valter Longo non dovete perdervi anche “La Felicità ha il Sapore della Salute” di Luigi Fontana, scritto assieme al grande cuoco Vittorio Fusari, perché questo libro ha una marcia in più. Il professor Luigi Fontana, medico e scienziato, è uno dei massimi esperti mondiali nel campo della nutrizione e longevità. Ha trascorso buona parte della sua carriera accademica negli USA e da poco è professore all’Università di Sydney (Australia). L’alimentazione, afferma Fontana, “è in assoluto il farmaco più potente che esiste sulla faccia della terra” ma purtroppo non c’è “la cultura che il cibo sia fondamentale per la salute”. Il libro è un capolavoro che unisce una corretta informazione scientifica con l’alta cucina ed è edito da Slow Food Editore.
Finalmente un’opera che parla di longevità e non ti lascia l’amaro in bocca con rigidi protocolli di restrizione calorica. Alla fine rimane un messaggio positivo: un desiderio di ritornare al piacere di cucinare e a una alimentazione semplice, gustando sapori dei prodotti naturali e riducendo l’introito spontanemente, non come restrizione. Nessun integratore alimentare viene proposto perché non vi sono evidenze della loro efficacia quanto, piuttosto, della loro pericolosità. Unica eccezione ammessa è la vitamina D.
Fontana è molto equilibrato, propone una dieta onnivora, ricca di prodotti di origine vegetale e povera di alimenti di origine animale. Potremmo definirla una dieta flexitariana o, più semplicemente, una dieta mediterranea, in cui finalmente si riconosce che i cereali integrali fanno la parte da leone. Si parla di restrizione calorica spiegando che si realizza spontaneamente nel momento in cui spostiamo la nostra alimentazione verso un consumo generoso di alimenti di origine vegetale. Infatti, i volontari (in studi randomizzati) che iniziano una dieta tradizionale mediterranea “perdono peso senza dover contare le calorie e senza dover volontariamente ridurre le porzioni di cibo. Probabilmente perché la sostituzione dei cibi raffinati e processati e della carne con pesce e cibi vegetali minimamente trasformati inducono delle modificazioni metaboliche che promuovono sazietà e aumentato dispendio energetico…”.
Viene citato anche uno studio, pubblicato dallo stesso autore nel 2010 su Science, in cui una cinquantina di volontari avevano seguito per 15 anni un regime di restrizione calorica senza malnutrizione, cioè assumendo il 100% di tutti i nutrienti necessari per una corretta alimentazione. Risultato: nessuno di questi individui, anche quelli che avevano più di ottant’anni, era affetto da malattie croniche o assumeva farmaci. Il colesterolo totale medio era di 160 mg/dl (in media in Italia è di 200-210), il colesterolo buono HDL (più alto è e minore è il rischio cardiovascolare) era di 65 mg/dl (in media in Italia è sui 50), nessun caso di diabete mellito (con una glicemia media di 80 mg/dl) e nessun iperteso con una pressione media di 110/60 (in Italia il 50% della popolazione è ipertesa)! In altre parole – afferma Fontana – se in Italia le persone si alimentassero come questi soggetti, i reparti di cardiologia sarebbero quasi vuoti con un risparmio di 4,6 miliardi di euro all’anno solo per i farmaci che curano le malattie cardiovascolari!
Si parla anche delle diete iperproteiche e della moda per il consumo di bevande, barrette e cibi ricchi di proteine. Oggi è diffusa l’idea che mangiare più proteine sia utile per perdere o prevenire un incremento di peso. Ma i dati scientifici derivati da enormi studi epidemiologici indicano che le diete iperproteiche sono associate ad una più alta probabilità di diventare obesi e diabetici, e di morire di malattie cardiovascolari. Inoltre iniziano a essere pubblicati studi clinici che indicano un potenziale effetto pro-cancro e pro-invecchiamento di queste diete ricche di proteine. Quindi è desiderabile mangiare meno carne e formaggi per ragioni salutistiche, oltre che ambientali.
E le diete vegetariane? Dipende da come vengono impostate. Non necessariamente, afferma Fontana, una dieta vegetariana è anche una dieta salutare: ad esempio possiamo assumere molto zucchero bianco e alcol pur essendo vegetariani! Inoltre gli studi scientifici dimostrano che non c’è nessuna differenza quanto a mortalità tra chi non mangia carne e pesce e le persone nutrizionalmente istruite che li assumono solo saltuariamente.
Fontana dimostra di avere non solo una buona cultura nutrizionale ma anche una grande sensibilità etica ed ecologica. Negli ultimi capitoli del libro si parla di ecologia, prevenzione e politica invitando le autorità a istituire all’interno delle università dei corsi specifici per sensibilizzare la classe sanitaria sulle enormi potenzialità della medicina preventiva (alimentazione, attività fisica, meditazione). D’altronde con l’invecchiamento della popolazione, l’incremento dell’obesità e malattie associate (diabete, malattie cardiovascolari e cancro) le spese sanitarie saranno insostenibili.
In conclusione, un libro da leggere adatto a tutti: popolazione generale, medici, nutrizionisti, accademici e… politici.
“La Felicità ha il Sapore della Salute” di Luigi Fontana e Vittorio Fusari. 400 pagine. Slow Food Editore 2018
L’autore dichiara di non aver alcun conflitto di interesse.
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Link all’articolo originale sul Fatto Alimentare: