Ma i cereali da colazione sono salutari?
Dipende … la maggior parte no. Troppi zuccheri aggiunti.
Immagini nell’articolo di Abril Gonzalez Campos
Altra immagine cereali colorati: Sugar Loops di Vox Efx Flickr
By permission del Fatto Alimentare ©
Cereali per la colazione, davvero le scritte in etichetta aiutano a scegliere i più sani? I consigli del nutrizionista
«Che ne dici di scegliere cosa vuoi per colazione?». Sugar Puffs o Kellogg’s Frosties? Riguarda proprio i cereali la prima scelta che l’utente deve affrontare in Bandersnatch, l’innovativo episodio di Black Mirror che ha avuto grande clamore per la sua inedita formula. La puntata è completamente interattiva, e durante la visione è lo spettatore a condizionare il corso della storia prendendo delle decisioni. Per gli amanti delle serie tv (e non), optare per uno o l’altro può essere facile. Non è così, invece, tra le corsie del supermercato. Di fronte allo scaffale dei cereali da colazione, la decisione si fa senza dubbio più ardua. Tra tutte le proposte spesso diamo importanza alle scritte sulle confezioni e così, guidati da frasi come “fonte di calcio”, “con vitamine e minerali” e “ricchi di fibre”, mettiamo nel carrello questa o quella scatola.
Ma le diciture garantiscono anche la qualità nutrizionale? La risposta si può trovare in un articolo pubblicato su Nutrients da ricercatori dell’Università di Parma e il gruppo di lavoro giovani della Sinu (Società italiana di nutrizione umana).
Nello studio si confrontano i valori nutrizionali e la presenza di scritte in 371 cereali per la prima colazione. La ricerca ha analizzato sei categorie di cereali: 129 fiocchi, 78 barrette, 54 muesli, 29 cereali soffiati, 14 alla crusca e 67 di altro tipo, come quelli al miele o ripieni di crema. L’apporto calorico medio è di 385 kcal per 100 g, con differenze da 318 per quelli alla crusca a 443 per i muesli. Tra i valori dei macronutrienti, nei muesli e nelle barrette è stato trovato il contenuto di grassi totali e saturi più elevato, rispettivamente 15,8 e 4,5 g nei primi e 11,4 e 4,2 g nelle seconde, sempre su 100 g di prodotto. In particolar modo sono state analizzate le concentrazioni di zucchero e sale, con riferimento alle soglie individuate dagli “Obiettivi condivisi per il miglioramento delle caratteristiche nutrizionali dei prodotti alimentari”, ovvero 30 g/100 g per lo zucchero e 1 per il sale. Le barrette sono risultate la categoria più ricca di zucchero con in media 27 g, mentre il contenuto di sale maggiore è nei fiocchi con un valore medio di 0,8 g.
Sebbene in questa ricerca sia emerso che la maggior parte dei prodotti siano in linea con gli obiettivi presi in considerazione dagli autori, ci sono diversi cereali che superano questi limiti. Riguardo il contenuto di zucchero, le categorie con valori superiori ai 30 g per etto sono le barrette (35%) e i cereali soffiati (24%), mentre il sale supera il valore di 1 g nel 32% dei fiocchi e nel 29% dei cereali soffiati. In più, le differenze nutrizionali non sono così marcate tra i prodotti che presentano i “claim” rispetto a quelli che non ne hanno: in media i primi hanno circa il 3% in meno di energia, dovuto ad un minor contenuto di zuccheri. Questo vuol dire che le informazioni presenti nelle etichette non possono essere considerate un indicatore di qualità dei cereali, è importante invece leggere le tabelle nutrizionali per una scelta consapevole.
Vedendo i risultati di questo studio, abbiamo fatto qualche domanda proprio riguardo i cereali da colazioni ad Antonio Pratesi, medico nutrizionista.
I cereali da colazione sono un alimento bilanciato e adatto per i bambini?
“I cereali certamente lo sono (pasta, riso, mais, avena, orzo…) essendo alla base di tutti i migliori modelli alimentari al mondo. Ma i cereali da colazione sono una cosa diversa, sono alimenti “processati” con zucchero aggiunto in quantità che arriva facilmente a 20-30 g per etto di prodotto. È bene chiamarli “cereali zuccherati” e gli zuccheri aggiunti vanno idealmente limitati al 5% delle calorie giornaliere (ovvero 25 g secondo la WHO), compreso il miele e i succhi di frutta. Quindi se nella dieta di un bambino abbiamo pane e miele e un succo di frutta al giorno non c’è più spazio per altri zuccheri aggiunti! Se ci riferiamo alle linee guida e ai documenti di consenso italiani, ove i conflitti di interesse con l’industria non sono sempre cristallini, il quantitativo di 12 g di zucchero per porzione è accettabile. Ma come nutrizionista consiglio di evitare alimenti con più del 10% di calorie da zuccheri aggiunti. Cereali con 30% è meglio non offrirli ai bambini.”
Si parla spesso di etichetta a semaforo Nutri-Score. In Italia, adottando questo codice si faciliterebbe ai consumatori la scelta dei cereali?
“Il Nutri-Score è una delle migliori etichette a semaforo, può aiutare il consumatore a ragionare su cosa sta mangiando: sia sulle caratteristiche generali dei cereali da colazione (sono veramente un prodotto salutare?), sia nel confronto tra i vari cereali (quali sono i migliori?). In altre parole, il Nutri-Score può avere anche una valenza “educativa”, in un paese dove l’educazione alimentare praticamente non esiste ed è lasciata alla pubblicità e ai vari imbonitori alla TV/web: pensiamo ad esempio alla dieta Paleo oramai “patrimonio culturale” italiano.
L’introduzione del Nutri-Score può consentire di abbattere il contenuto di zuccheri aggiunti e sale in tutti i cereali in commercio in Italia con un beneficio immediato per i nostri bambini e ragazzi. È verosimile pensare che le varie industrie modulino verso il basso gli ingredienti poco favorevoli dal punto di vista nutrizionale per avere uno punteggio migliore e non essere penalizzate nelle vendite. Inoltre, un abbassamento trasversale del consumo di zuccheri nei vari cereali da colazione, può consentire un adattamento del palato dei consumatori verso prodotti dal sapore meno dolce. Nel contempo il Nutri-Score può aiutare il consumatore a scegliere a colpo d’occhio tra le varie marche quelli con un miglior profilo nutrizionale.
Per ora non esiste una valida alternativa al Nutri-Score! L’alternativa è non fare nulla per migliorare la dieta degli italiani e continuare a delegare l’educazione alimentare, oltre che ai vari guru, alla TV, all’industria alimentare che lavora in maniera incessante con la pubblicità. Non dimentichiamo che i bambini italiani sono tra i più obesi d’Europa e da qualche parte dovremmo pur iniziare ad affrontare il problema, dato che l’industria alimentare ha un ruolo cruciale, nel bene e nel male…”
Chi consuma frequentemente i cereali da colazione, considerando che molto spesso non vengono pesati, a cosa deve prestare attenzione?
“In primis al contenuto di zuccheri aggiunti (miele, sciroppo di glucosio/fruttosio, saccarosio). Quindi leggere la voce “carboidrati, di cui zuccheri”. Minore è il valore e meglio è. Nelle etichette italiane gli zuccheri naturali (ad esempio dell’uvetta o frutta essiccata) sono calcolati assieme a quelli aggiunti. Per meglio comprendere è necessario quindi leggere anche l’elenco degli ingredienti. Inoltre, è preferibile scegliere cereali con minor numero di ingredienti e additivi. Per chi non ama pesare, 30-40 g di cereali possono corrispondere ad una piccola manciata.
È molto utile in cucina avere una bilancia piatta, ad esempio con una superficie di vetro, dove si può appoggiare una tazza e togliere la tara prima di pesarla con i cereali. Costa poco ed è indistruttibile. Basta pesare un paio di volte i cereali e farsi un’idea sul quantitativo da assumere senza dover pesarli ogni mattina. Sarebbe utile preferire quelli senza zuccheri aggiunti come i fiocchi di avena, da abbinare a una banana o una pera tagliata a pezzi + noci (di vario tipo) + un cucchiaino di cacao amaro in polvere … + latte o yogurt (di origine animale o vegetale). Oppure si potrebbe optare per un muesli senza zuccheri aggiunti: sono difficili da trovare in commercio ma ci sono.”
Quali sono i margini di miglioramento che le aziende dovrebbero apportare a livello nutrizionale nei cereali da colazione?
“Ridurre progressivamente il quantitativo di zuccheri aggiunti e sale cosa che le industrie stanno già facendo da anni.”
© Riproduzione riservata. Immagini a cura di Abril Gonzalez Campos PhD
Un commento
luigi
saper leggere ed interpretare la lista degli ingredienti è di fondamentale importanza per poter giudicare la qualità e l’utilità dei vari prodotti alimentari, soprattutto di quelli più o meno processati. ma per fare ciò, alla base occorre una formazione che non avviene nel corso di un solo giorno. ci vuole tempo e dedizione. meglio sarebbe se tale educazione fosse resa a tutti gli studenti dalla scuola obbligatoria e, ne sono convinto, avremmo in tal modo affrontato e risolto il problema dell’eccesso di peso, una volta per tutte.