Attenzione ai Nutrizionisti (versione ESTESA – per gli addetti ai lavori: dietista, biologo o medico)
Per la versione breve potete accedere al sito del Fatto Alimentare.
Qui sotto trovate la versione Estesa dello stesso articolo, con tutti i riferimenti normativi:
ATTENZIONE AI NUTRIZIONISTI
Il quotidiano sanità ha da poco riportato un articolo che descrive la differenza tra un dietista e un nutrizionista. Mentre il laureato in dietistica ha un profilo professionale ben definito, “non esiste nessuna norma dello Stato che riconosce il nutrizionista quale professione sanitaria a sé stante”. Pronta è stata la replica dell’Ordine Nazionale dei Biologi (ONB) per rimarcare una superiorità che i biologi avrebbero rispetto ai dietisti dovuta al fatto che studiano in maniera più approfondita la biochimica e la fisiologia (ma non la dietetica applicata al paziente malato n.d.a).
Nell’attesa che il legislatore decida di tutelare la salute dei cittadini italiani definendo chi sia il nutrizionista e quali mansioni abbia, cerchiamo di aiutare il lettore a scegliere l’esperto in nutrizione che offra maggiori garanzie.
In assenza di una legge specifica chiunque decida di interessarsi di nutrizione può dichiarare di essere un “nutrizionista”. Dal titolare di palestra all’ingegnere, dal fisico nucleare all’operaio metalmeccanico, dalla casalinga all’iridologo. Non c’è titolo più abusato nel campo della nutrizione. Chiaramente un conto è spacciarsi per esperti in nutrizione mentre altra cosa è esercitare la professione ad es. di dietista senza averne titolo, nel qual caso si incorre nel reato di abuso di professione.
Se subiamo un trauma ad un ginocchio cerchiamo, non un ginecologo, ma il miglior medico specialista in ortopedia. Invece quando si parla di alimentazione e desideriamo dimagrire, per qualche strano motivo siamo disposti ad affidare la nostra salute a … CHIUNQUE. E poiché i ciarlatani e i millantatori in questo campo fanno perdere più peso (nel breve termine) degli addetti ai lavori, che possono essere ad esempio un dietista o un medico/biologo specialista in scienza dell’alimentazione, facilmente cadiamo nella trappola del passaparola.
Tralasciamo i “nutrizionisti” che di professione sono personal trainer, giornalisti, casalinghe … e concentriamoci sulle 3 figure sanitarie più importanti che operano in Italia nel campo della nutrizione: il dietista, il medico e il biologo. Perché anche tra queste 3 figure la situazione non è sempre così chiara. Per nutrizionista intendiamo un esperto in nutrizione e dietetica*.
La figura del dietista è l’unica che non si presta ad equivoci, è sempre un “nutrizionista” nel senso che è un esperto in nutrizione applicata nel sano e nel malato, ha studiato la materia dal punto di vista teorico e pratico a contatto con il paziente. Per permettere al dietista di operare chiediamo al nostro medico curante di preparare una breve sintesi anamnestica con tutte le nostre patologie. Ecco come può essere una prescrizione che un medico prepara ad un paziente prima di inviarlo ad un dietista o a un biologo: certifico che il sig. Mario Rossi è affetto da obesità di primo grado (BMI 31,5), ipertensione arteriosa, ridotta tolleranza glucidica (IGT), diverticolosi del colon, iperuricemia … ecc. e necessita di terapia dietetica. Firmato Dr. Luca Bianchi.
Nella pratica molti pazienti si rivolgono direttamente sia a dietisti che a biologi “nutrizionisti” senza una diagnosi completa della loro situazione clinica. Talora capita che il nutrizionista (dietista o biologo) chieda al paziente di rivolgersi al medico curante per avere una prescrizione/diagnosi e quando riescono ad averla la dicitura può essere alquanto generica: “per il signor Mario Rossi si richiede dietoterapia o visita nutrizionale” (senza specificare la patologia) . Firmato Dr. Luca Bianchi.
Medico “nutrizionista”: anche in questo caso la dizione nutrizionista può essere ingannevole poiché molti medici che si interessano di nutrizione si fregiano di questo titolo indipendentemente dal corso di studi che hanno seguito. Il medico specializzato in scienza dell’alimentazione ad indirizzo clinico è un esperto in nutrizione clinica e quindi è il nutrizionista a tutti gli effetti. In passato il medico specialista in scienza dell’alimentazione ad indirizzo clinico (dietologico e dietoterapico) veniva definito come “dietologo”. Oggi il termine “dietologo” è usato e abusato da chiunque (medici e non medici) per cui spesso è ingannevole tanto quanto il termine “nutrizionista”.
Negli ultimi anni un gran numero di medici senza alcuna specializzazione oppure specializzati in varie branche della medicina, ad es. in medicina generale, pediatria, gastroenterologia, psichiatria, oncologia, neurologia , geriatria ecc … aggiungono ai loro titoli di specializzazione la dizione di “nutrizionista”. Ad es. Dr. A. Verdi specialista in psichiatria, “nutrizionista”. Alcuni di loro sono autodidatti, altri hanno seguito dei master o dei corsi di laurea, talora on line (telematici), in nutrizione. Il paziente che si rivolge a loro pensa che siano degli esperti in nutrizione ma la preparazione può essere molto variegata e non sempre delle migliori. E’ vero che un laureato in medicina può fare il cardiochirurgo o il dietologo/nutrizionista anche senza titoli formali ed ha gli strumenti cognitivi per approfondire qualunque materia, però il fatto di avere una specializzazione in cardiochirurgia (durata 5 anni) o in Scienza della Alimentazione (durata 4 anni) può darci qualche garanzia in più rispetto a chi studia la materia da autodidatta o a chi NON la studia affatto pur definendosi “nutrizionista”!
Quindi non tutti i medici “nutrizionisti” sono in realtà specialisti in Scienza dell’Alimentazione, anzi la gran parte non lo è affatto. E’ consigliabile controllare se hanno conseguito dei master o corsi in nutrizione postlaurea. Molti medici “nutrizionisti” non hanno alcun titolo accademico in nutrizione.
Biologo “nutrizionista”. Sin dagli anni ’70-’80 i biologi specialisti in scienza dell’alimentazione operavano all’interno del SSN (SIAN del Dipartimento di Prevenzione) ed esercitavano anche la libera professione. Erano una rarità, specie se rapportati alle decine di migliaia di biologi “nutrizionisti” attuali. L’indirizzo della scuola di specialità in scienza dell’alimentazione per i biologi non era di “nutrizione clinica” (riservato ai medici) ma di “nutrizione applicata” riservata a medici e biologi e aveva come obiettivo principalmente la nutrizione di popolazione, di comunità e di individui singoli sani o diagnosticati da un medico.
La prescrizione della dieta spetta al medico mentre il biologo “può autonomamente elaborare profili nutrizionali (non diete n.d.a) al fine di proporre alla persona (“sana” n.d.a.) che ne fa richiesta un miglioramento del proprio “benessere”, quale orientamento nutrizionale finalizzato al miglioramento dello stato di salute.” Questo punto è interessante e si presta ad alcune considerazioni.
1) Anche il dietista può in maniera autonoma dare delle indicazioni di massima per aiutare un individuo presunto sano a migliorare il suo benessere e stato di salute. In questo caso, ad un individuo sano, non si fa dietoterapia, ma – da linee guida – educazione alimentare. Se il paziente richiede quantitativi sulle porzioni il dietista fa riferimento ai quantitativi presenti nei LARN e nelle linee guida INRAN 2003. Quindi è una situazione del tutto simile a quella del biologo.
2) In realtà è difficile stabilire se una persona sia effettivamente sana senza un check up medico. A volte sia i biologi che i dietisti sono costretti a basarsi su diagnosi parziali che il paziente porta loro. Ad esempio potrebbe essere un referto di un cardiologo in cui si specifica che il paziente soffre di ipertensione arteriosa e ipercolesterolemia con occlusione parziale delle coronarie. Ma il paziente potrebbe avere anche altre patologie che il cardiologo non ha specificato: ad es. una diverticolosi del colon con una pregressa asportazione di una neoplasia del colon diversi anni prima e magari una allergia al nikel non ancora diagnosticata. Inoltre il paziente potrebbe avere una diagnosi di diabete mellito di tipo 2, non grave e senza alcuna terapia medica, informazione che a volte conosce solo il suo medico di famiglia (medicina generale).
Quindi è sempre necessario che vi sia “un accertamento delle condizioni fisio-patologiche da parte di un medico chirurgo”, preferibilmente un medico di medicina generale o un medico internista/geriatra. Purtroppo sia i dietisti che i biologi spesso si trovano in difficoltà poiché i medici non rilasciano nessuna prescrizione dietetica e/o nessuna descrizione dettagliata delle patologie che hanno i pazienti che a loro si rivolgono.
Il Consiglio Superiore di Sanità “ritiene che sia preferibile che il biologo, per esercitare l’attività di nutrizionista in ambito privato, abbia conseguito il diploma di specializzazione universitaria in Scienza dell’Alimentazione” ma pochissimi riescono ad accedere poiché i posti in specialità sono pochi. L’accesso alla scuola di specialità in Scienze dell’Alimentazione è consentito ai biologi laureati magistrali e anche ad altri laureati (es.: farmacisti) diversi dal medico, compreso i laureati in Scienze dell’Alimentazione Umana, laurea magistrale accessibile anche ad un dietista. Il percorso formativo riservato appunto ai laureati “non medici” non prevede settori scientifico disciplinari in materia di nutrizione clinica, ma consente solo attività rivolte a soggetti non affetti da patologie.
Attualmente l’unico sbocco professionale nel SSN per il biologo riguarda solo la possibilità di accedere alle strutture di Igiene degli alimenti e della nutrizione ed è legata al possesso appunto del titolo di specializzazione in Scienza dell’Alimentazione che non fa acquisire competenze in materia di dietetica applicata per patologia.
La dizione di biologo “nutrizionista” secondo l’ONB può essere usata da chiunque si iscriva all’albo A dell’ONB dopo aver sostenuto l’esame di Stato. La qualifica di “nutrizionista” sarebbe giustificata dalla legge 396 (1967) che così recita: “Formano oggetto della professione di biologo: b) valutazione dei bisogni nutritivi ed energetici dell’uomo, degli animali e delle piante”.
Ma il background formativo dei vari biologi che si iscrivono all’albo A può essere dei più disparati: alcuni possono conseguire effettivamente una laurea magistrale in Scienze della Nutrizione Umana, ma altri hanno lauree magistrali in Biologie agrarie, Biotecnologie industriali, Biotecnologie mediche, veterinarie, e farmaceutiche, Scienze e tecnologie per l’ambiente e il territorio. Quindi nulla a che vedere con la dietetica e la nutrizione applicata all’uomo. Spesso i biologi che decidono di intraprendere la carriera di “nutrizionisti” per prepararsi in materia seguono come i medici dei master postlaurea sulla nutrizione o dei corsi di laurea che possono essere telematici. Quindi non sempre hanno una preparazione clinica a contatto con pazienti sani o malati come avviene normalmente nel corso di studi di un dietista.
Concludendo il dietista è sempre un nutrizionista (conosce la nutrizione e la dietetica applicata al sano e malato).
Il medico ha il compito di fare diagnosi e terapia, la nutrizione non fa parte del suo percorso di studi se non in maniera superficiale ed è per questo che si avvale della collaborazione dei nutrizionisti che hanno competenze specifiche. La dieta è una terapia in grado di migliorare la salute del paziente qualunque sia la patologia di cui è affetto. Quindi se la dieta è una terapia dovrebbe spettare al medico prescriverla, non solo per il dietista ma per chiunque! La dieta viene attuata da un medico specialista in scienza dell’alimentazione o da un dietista o da un biologo preferibilmente specialista in scienza dell’alimentazione. Quando il medico si definisce “nutrizionista” o “dietologo” è bene controllare in primis se è specialista in scienza dell’alimentazione o se ha qualche altro titolo di studio post laurea, perché spesso il termine è abusato e non sostanziato da titoli accademici.
Anche il biologo “nutrizionista” raramente ha la specialità in scienza dell’alimentazione. Controlliamo il suo curriculum (se ha una laurea magistrale in nutrizione umana, se ha qualche master in nutrizione) perché può non avere alcun titolo o percorso di studio formale nel campo dell’alimentazione.
Quindi non fidiamoci del passaparola ma controlliamo sempre chiunque dichiari di essere un “nutrizionista” o un “dietologo”. Chiediamo quindi al nostro medico di fiducia che ci conosce di farci una prescrizione “per visita dietetica” con una diagnosi completa delle nostre patologie così da permettere al nutrizionista di lavorare al meglio con le sue competenze e nella legalità.
NOTE: *l’ONB invece identifica come “nutrizionista” chi si iscrive all’albo A dell’ONB dopo aver conseguito una laurea magistrale specialistica di 2 anni (in seguito a una laurea triennale che può essere in biologia, Dietistica o altre (LM-9,61 e 75)).