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Tiziana Fumei è una persona che ha perso 52 kg (44% del peso corporeo) di peso e che mantiene da oltre 7 anni grazie alla frequenza dei gruppi di auto-mutuo-aiuto per il trattamento dell’obesità (ANDI e non solo). Più volte aveva perso peso con l’aiuto anche di professionisti ma quando si trattava di mantenere il risultato inevitabilmente si perdeva per strada. In questo video Tiziana racconta la sua storia.

Signora Fumei, anche se è presto per cantare vittoria (l’obesità infatti è una malattia cronica e il peso una volta perso tende spesso a ritornare), lei ha raggiunto e soprattutto mantenuto un risultato che a volte neppure la chirurgia dell’obesità riesce a dare. Ci racconta come era composta la dieta che ha seguito per perdere peso e l’attività fisica svolta? In quanto tempo ha perso 52 kg?

Ho cominciato a diminuire le quantità di quello che “mangiavo”, pochino per volta. Non è facile dire di preciso che cosa, 3 pezzetti di pasta, 1 pezzetto di pane in meno, ecc. Soprattutto ho cominciato a bere acqua. Nell’ultima dieta che avevo seguito mi era stato imposto di “non bere”, anzi, abituarmi a sciacquare la bocca con un sorso di acqua così da togliere la sete. Ho incominciato a fare la prima colazione, cosa che non facevo… perché mangiare dolci ingrassava… salvo poi mangiarne in quantità quasi industriali quando ne avevo l’opportunità. Ho incominciato a fare i 5 pasti.

Colazione: The, un budino di quelli confezionati, 1 frutto, oppure pane e marmellata confezionata da me, 2 pezzetti di cioccolata.

Metà mattina, 2 biscotti oppure un panino al latte senza niente all’interno.

Pranzo: verdura cruda, pasta condita con verdure o pomodoro, verdura cotta.

Metà pomeriggio: 1 pacchetto di cracker o 1 frutto.

Cena: Legumi, minestroni oppure una fettina di carne con verdura.

Movimento: ho cominciato facendo delle piccole passeggiate attorno all’abitazione. Ho ricominciato a prendere la bicicletta per andare al lavoro (circa 1 km e mezzo). E pian piano ho aumentato il movimento.

Il percorso della perdita di peso è stato di circa 10 anni, nei quali la mia vita è cambiata radicalmente. Ho ritrovato me stessa, la persona che avevo cercato di “perdere” quando mangiavo senza quasi accorgermi di quello che introducevo.

 

Ci racconta invece cosa è cambiato nella “dieta di mantenimento” che le ha consentito di mantenere il peso raggiunto? Quale è stato il segreto del suo successo? Perché prima di andare all’ANDI recuperava il peso perso?

 

La mia dieta odierna?

Colazione: the senza zucchero, yogurt, una fettina di dolce che io stessa preparo utilizzando alimenti con meno calorie, in alternativa due fettine di pane con marmellata sempre preparata da me con zucchero molto limitato, 2 quadretti di cioccolato, questa piccola gratificazione mi aiuta a non cercare altro durante il giorno e il caffè, sempre amaro.

Metà mattina: 1 yogurt oppure un po’ di frutta secca.

Pranzo: verdura cruda o frutta, pasta condita con sughi vari, verdura cotta.

Metà pomeriggio: frutta principalmente.

Cena: zuppe di legumi, oppure 1 fettina di carne, oppure un pezzetto di formaggio, pane e verdura.

Il segreto del mio successo? Aiutarmi aiutando altre persone a trovare il loro equilibrio alimentare, personale e sociale. Parlando di me nel gruppo, scaricando le tensioni che la vita mette davanti, trovando un ambiente accogliente che non mi ha mai criticata né tantomeno giudicata.

Un piccolo grande impegno verso me stessa: compilare il diario alimentare … e non solo.

Nei 10 anni della perdita di peso ho avuto anche due ricadute, sempre legate al mio malessere e disagio. Credo che se non avessi avuto il gruppo di supporto mi sarei lasciata andare ancora all’aumento di peso.

Mi chiede perché prima di andare all’ANDI recuperavo il peso perso? Perché le diete troppo restrittive non riuscivo a mantenerle per un lungo periodo. Nei 20 anni precedenti l’entrata all’ANDI ho provato con 9 diete, dall’endocrinologo all’erborista, tutte molto restrittive.

Altro perché? Non ero pronta a prendermi cura di me stessa. Difficile cercare Tiziana quando Tiziana cerca di nascondersi in mezzo alla ciccia.

 

Non le capita mai di voler lasciarsi andare ed abbuffarsi con il cibo? Cosa è che la trattiene dal farlo?

Devo dire che ora, riconosco i sintomi del “cercare di abbuffarmi”. Sintomi che, di solito, sono scuse che mi ritornano. Tipo: “Uuuuuhhh che rabbia!!!!” E cerco la caramella… “Sono delusa…” e cerco il dolcetto…

Ora la mia abitudine è scaricare nel diario gli stati d’animo negativi. Oppure cercare di uscire di casa, oppure mettermi a fare qualcos’altro proprio per “staccare il pensiero dal mangiare”. E subito dopo pensare che no, non ne vale la pena.

 

Quali sono stati i momenti più a rischio di ricaduta, e come li ha affrontati? Ha qualche consiglio per le persone che devo percorrere la difficile strada del dimagramento?

I momenti più a rischio ricaduta sono stati i momenti legati a decisioni personali che hanno coinvolto me e i miei figli. Momenti di grosso stress e di difficoltà emotiva. I momenti legati alle classiche Festività: Natale e Pasqua. In questi momenti cerco di organizzare con anticipo quello che mangerò scrivendolo nel diario e cercando di rispettare lo scritto. Si, mangio di più ma le abbuffate non ci sono più. E quasi immediatamente perdo quel chilo che, inevitabilmente ho recuperato.

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“Food”by Anthony Acosta D.Sc is licensed under CC BY-NC-SA 2.0

About The Author

Medico Nutrizionista Clinico, Food Politics. Diet-debunker.

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