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Qui sotto trovate il testo dell’articolo sul Fatto Alimentare © :

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La lunga storia della pubblicità del vino e della birra, mascherata da informazione medico scientifica, si è arricchita di un nuovo articolo: “Quando l’alcol fa bene alla salute. Come curarsi con birra e vino” pubblicato su il Giornale.it (vedi immagine sotto). La leggenda del vino o della birra “che fanno bene alla salute”, se bevuti in modiche quantità, ha avuto molti sostenitori negli ultimi 30 anni, soprattutto nutrizionisti e cardiologi. Ancor oggi capita di assistere a interviste in Tv, radio o su carta stampata ove si cita un nuovo articolo che decanta le virtù del “vino rosso che fa bene al cuore o ad altro”. Ma l’articolo de il Giornale.it di qualche giorno fa è un pezzo unico in quanto a mistificazione, tanto è vero che Emanuele Scafato, Direttore dell’Osservatorio Nazionale Alcol e Presidente del SIA, Società Italiana di Alcologia, ha subito replicato sul sito della fondazione Umberto Veronesi.

Scafato ha sottolineato un punto fondamentale che riguarda la comunicazione in senso lato nel campo della nutrizione e in questo caso dell’alcol: “Riesce sempre difficile prendere in considerazione qualunque tipo di affermazione da parte di chi nella comunicazione pubblica non dichiari esplicitamente di non avere conflitti d’interesse in relazione a possibili collaborazioni o comunque rapporti con i portatori di interessi commerciali, come spesso avviene quando si parla di alcolici.”

Non si possono citare solo articoli selezionati che decantano le virtù dell’alcol

Chiunque scriva un articolo che riguarda temi di medicina o nutrizione deve avere un’idea di come funziona la scienza (metodo scientifico) e di come verificare le informazioni. Non si possono citare solo articoli selezionati (gli anglosassoni parlano di cherry picking) che decantano le virtù dell’alcol e ignorare completamente l’enorme mole di dati che sta alla base di dichiarazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. Nell’articolo de il Giornale.it si cita un esperto in nutrizione che avrebbe dichiarato: “Vino e birra hanno attraversato la storia non leviamoli dalle nostre tavole. Usarli nel modo giusto fa parte di una cultura nutrizionista corretta, in base alla teoria: un po’ di tutto e non troppo di niente”.

Nel corso degli ultimi 30 anni abbiamo più volte sentito nutrizionisti, cardiologi o medici rilasciare dichiarazioni favorevoli ad un uso moderato di vino o di birra. Nessun medico in realtà può in scienza e coscienza suggerire di assumere bevande alcoliche che – in quanto tali – possono danneggiare la salute. I cardiologi pensano alla salute cardiovascolare e si dimenticano che l’alcol può essere una causa del cancro. I nutrizionisti pensano alla dieta mediterranea e dimenticano a volte il problema dell’alcolismo. Gli unici “esperti” che sanno cos’è l’alcol sono i professionisti che operano nei SERAT (Servizi di Alcologia e Tabagismo). Evitiamo i nutrizionisti e altri esperti di branche mediche senza una visione d’insieme della medicina e dei danni provocati  dall’alcol a livello fisico e psichico.

È importante che in ogni caso, sia i giornalisti che scrivono di nutrizione o alcol, sia “gli esperti” che vengono intervistati dichiarino ad ogni articolo o intervista “di non avere alcun conflitto di interesse”. Abbiamo bisogno di nutrizionisti non solo competenti ma anche e soprattutto indipendenti.

Tabella: cos’è l’alcol, cinque motivi per evitarlo

L’alcol etilico:

1) non è un alimento ma una sostanza tossica estranea al nostro organismo;

2) è una sostanza cancerogena che appartiene al gruppo 1 AIRC: cioè ha dimostrato di causare il cancro nell’uomo;

3) è una sostanza teratogena (crea malformazioni) per il feto di una donna in gravidanza (sindrome alcol fetale);

4) è uno stupefacente (droga), in Italia si stimano almeno un milione di alcolizzati;

5) apporta 7 calorie per grammo, il vino ha più calorie della Coca-Cola.

Per chi volesse approfondire l’argomento alcol consigliamo il blog di Emanuele Scafato.

Dichiaro di non avere alcun conflitto di interesse.

© Riproduzione riservata  (Fatto Alimentare)

Mio commento a fine articolo sul Fatto Alimentare:

 

Se una persona beve vino o birra l’importante è che sappia che lo fa solo per un suo piacere (temporaneo) “a rischio proprio e di chi gli sta attorno”. Mentre per quanto riguarda gli “effetti benefici”, se ci sono, sono infinitamente inferiori rispetto ai danni. Quindi la leggenda del “vino rosso che fa bene” è purtroppo una delle più grandi bufale degli ultimi 20 anni raccontata anche in programmi seri come Quark, SuperQuark, Elisir, Medicina 33, Geo & Geo.
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L’industria vitivinicola ha investito per anni centinaia di milioni di euro in pubblicità. Lo Stato Italiano invece non ha praticamente mai fatto nulla per avvertire la popolazione ad es. dei rischi della Sindrome alcol fetale. Addirittura la LILT (Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori) si è fatta sponsorizzare dall’industria del vino per “promuovere la salute” delle mamme.

http://www.siciliainformazioni.com/redazione/156756/lega-tumori-e-donne-del-vino-festeggiano-la-mamma

 

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Qui sotto trovate il link all’articolo originale:

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Image source: epicantus Pixabay

Nutrizionisti, giornalisti e alcol. L’articolo de il Giornale.it dal titolo “Curarsi con vino e birra” è l’ultimo esempio di mistificazione della realtà

About The Author

Medico Nutrizionista Clinico, Food Politics. Diet-debunker.

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