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Gli hater nei social sono ovunque. Vediamo come nascono nel setting della medicina, spesso per futili ragioni (la banalità del male) … vediamo assieme le varie situazioni che possono capitare e che Google non riesce a gestire.

 

 

Hater (definizione da Treccani): chi, in Internet usa espressioni di odio di tipo razzista e insulta violentemente individui, specialmente se noti o famosi, o intere fasce di popolazione. Odiatori professionisti che si divertono a screditare l’immagine di personaggi pubblici, sfociando spesso nella diffamazione, ma anche privati, trasformando il loro operato in una sorta di bullismo. (Benedetta Perilli, Repubblica.it, 25 maggio 2009, Tecnologia) Roberto Saviano: “Gli haters sono come la merda, concimano. Quando c’è un hater lo uso come concime, devi sfruttare la sua violenza a tua favore”. Chi vomita odio e violenza pubblicando ciò che mai avrebbe il coraggio di esprimere a voce dovrebbe essere trasparente, non dovremmo neanche avere bisogno di attribuirgli un qualche termine di paragone, fosse anche di genere agreste. (Simone Cosimi, Wired.it, 12 aprile 2017, Televisione).

Nella popolazione generale diverse persone apparentemente sane possono in realtà celare malattie di varia natura: fisiche e/o psichiche. Ad esempio chi ha fatto uso di droghe e/o alcol per anni può avere dei danni cerebrali importanti. Anche persone che sono cresciute in famiglie disfunzionali/disagiate possono avere grossi problemi psichici e comportamentali.

Le stesse malattie fisiche (ad esempio un diabete mellito, una aterosclerosi generalizzata, una grave insufficienza renale o epatica) possono a loro volta portare a dei problemi cognitivi rilevanti sino a vere e proprie demenze. Ci sono persone sfortunate che sono “ritardate” dalla nascita, altre che hanno “perso la testa” per una demenza sopraggiunta con gli anni.

Ebbene TUTTE queste persone possono fare recensioni su Google anche se non hanno la capacità di capire e ragionare … talora sono in preda a sentimenti di odio, invidia, rabbia … di cui non sono neppure consapevoli.

Un medico che dovesse difendersi da una recensione falsa e diffamatoria da parte di un suo paziente … non può far molto perché non può spiegare pubblicamente le patologie che aveva/ha un suo assistito o una famiglia disagiata. Talora  l’hater è un tossicodipendente, ha un disturbo di personalità, ma il medico non può replicare a tono perché ha il dovere deontologico di tutelare “in primis” la privacy dell’ “hater” (paziente o ex paziente). Si viene a creare una situazione asimmetrica e paradossale in cui un paziente disturbato può scrivere cose false, mentre il medico non può replicare dimostrando che la recensione è in realtà dovuta al fatto che il paziente stesso “non sta bene” o semplicemente non conosce tutto quello che sa il medico.

Può succedere infatti che il medico, che ha anche un compito educativo, debba negare una richiesta impropria ad un paziente che richiede ad esempio un certificato falso oppure una tac o altri accertamenti non necessari. In più, capita che il paziente rifiuti esplicitamente di seguire terapie o i consigli del proprio medico, non lo  contatti più, e non informi di questo i propri famigliari non conviventi, che poi attaccano gratuitamente il medico. Succede così che potendo/volendo sfogare la propria rabbia  ne esca una bella recensione su google dove si scrive che il medico è un incompetente, che prescrive troppi farmaci o troppo pochi, che ha comprato la laurea e eventuali specializzazioni, che non è adatto a seguire pazienti con determinate patologie …

Immaginiamo poi che un medico sia anche un divulgatore scientifico, che cerchi di fare chiarezza nel campo dell’alimentazione, della medicina, della prevenzione e dovesse smascherare l’inganno di un ciarlatano che propone diete sbilanciate, oppure di aziende che vendono integratori che non servono a nulla o che sono dannosi, o programmi dietetici sbilanciati, o gruppi con credenze nutrizionali particolari (alcuni seguono diete paleo, diete dei gruppi sanguigni, chetogeniche, disintossicanti ecc..). Anche in questo caso possono derivare delle recensioni negative che sono delle ritorsioni per aver detto la verità.

E Google che fa?

Per alcuni siti come stazioni di Polizia locale, Polizia Stradale, Carabinieri, multinazionali che producono vaccini non è possibile lasciare recensioni:

ecco la finestra che appare se volete rilasciare una recensione

 

 

Per tutti gli altri invece la persona che si sente appagata quando odia è libera di scrivere qualunque cosa passi per la testa.

Google, d’altro canto, anche se si segnalano le recensioni false e diffamatorie e ne lava le mani!

 

 

 

Cosa si può fare? Sporgere denuncia per diffamazione intasando i tribunali ma questo richiede tempo e denaro.

Probabilmente ai medici conviene togliere la propria “scheda” da google.

Inoltre può essere utile passare da Chrome ad altri browser come DuckDuckGo oppure Mozilla che non tracciano e danno delle risposte alle ricerche più oggettive rispetto a Google dove l’aspetto commerciale può distorcere i risultati delle ricerche. Chrome di Google oramai ha troppe pubblicità aggiuntive rispetto a motori di ricerca come Mozilla firefox.

Quindi cosa può fare un medico per non essere in balia di hater che si divertono a diffamare?

Fare un piccolo sito internet dove chiunque desideri può trovare i contatti necessari e chiudere la scheda Google.

Ecco come fare (chiedere anche direttamente al supporto Google):

  1. Accedi a Gestione dei profili delle attività.
    • Assicurati di aver eseguito l’accesso con l’account che hai utilizzato per registrarti a Profilo dell’attività.
  2. Nella home page, seleziona uno o più profili da rimuovere.
  3. A destra, fai clic su Azioni  Rimuovi attività  Rimuovi.

About The Author

Medico Nutrizionista Clinico, Food Politics. Diet-debunker.

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