Bollino Nero su alimenti “cattivi” per orientare i consumi: Cile e Messico
FPL Front of Pack Label = etichetta esplicativa per aiutare i consumatori a fare delle scelte più salutari
L’esempio del Cile e del Sud/centro America.
Qui sotto riporto l’articolo integrale, by permission del Fatto Alimentare ©
Il rapporto europeo Oms del 2022 sul tema obesità rivela che i tassi di sovrappeso e obesità hanno raggiunto proporzioni epidemiche in tutto il continente europeo (che comprende 53 stati, tra cui Russia, Moldavia, Ucraina e Israele) e sono in aumento. L’Italia, assieme alla Grecia, ha i bambini tra i 5 e i 9 anni che sono i più obesi d’Europa. Sono almeno 30 anni che l’obesità rappresenta un problema a livello mondiale e il fatto che l’Italia abbia questo triste primato indica che le politiche nutrizionali nel nostro Paese sono state fallimentari o semplicemente che non si è fatto nulla.
Si è lasciato che il mercato facesse il suo lavoro e godesse di massima libertà e questo è uno dei risultati: i guadagni sono sempre dei privati (di chi vende sigarette, alcol, bevande o alimenti poco salutari) mentre i costi vengono esternalizzati nella società (malattie, cure mediche, sostegni economici per invalidità). Ci vantiamo della Dieta Mediterranea – patrimonio orale e immateriale dell’umanità – e nel contempo siamo gli ultimi in Europa nella protezione dei nostri bambini da una malattia cronica come l’obesità. Cosa possiamo fare? Possiamo copiare dai più bravi e migliorare? L’Organizzazione mondiale della sanità indica quali sono i paesi più virtuosi, leader a livello mondiale. Diversi sono nel continente americano come ad esempio Cile, Messico e Brasile.
Il Cile ha implementato un programma molto interessante: ha definito un profilo nutrizionale che si applica a tutti gli alimenti e bevande, senza alcuna eccezione. I prodotti alimentari con un alto contenuto di zucchero, sodio, acidi grassi saturi e calorie vengono definiti con l’acronimo Hefss (high energy, (saturated) fat, salt or sugar) e vengono identificati con un bollino nero ottagonale dove viene specificato che sono ad alto contenuto di grassi saturi, sale, zuccheri e/o calorie. I valori dei profili nutrizionali (riferiti a 100 g o ml) oltre i quali scatta il bollino nero sono: 275 kcal per gli alimenti (70 per le bibite), 400 mg di sodio, 10 g di zucchero (5 per le bevande), 4 g di grassi saturi (3 per le bibite). Questo sistema risulta ancora più semplice e immediato di altre etichette a semaforo adottate in Europa (etichetta britannica e francese).
Gli alimenti con uno o più bollini neri hanno delle restrizioni nelle pubblicità in tutti i canali o siti web rivolti ai bambini, ad esempio nelle Tv o nei cinema dalle 6.00 alle 22.00. Inoltre vengono posizionati dei messaggi di allerta quando si è al di fuori di queste fasce protette. Questo è un punto molto importante perché l’educazione alimentare inizia bloccando la pubblicità che plagia le menti facendo passare messaggi non corretti finalizzati a vendere per lo più alimenti spazzatura (junk food o alimenti ultra-processati).
La pubblicità è in grado di manipolare chiunque, ragazzi, adulti, anziani: ma ancora di più i bambini che non hanno capacità critiche. Bloccare o limitare questo tipo di pubblicità è un provvedimento win-win: il costo è zero e il guadagno è massimo in termini di informazione. Non dobbiamo commettere gli errori del passato con il fumo di sigaretta, quando le istituzioni lanciavano spot contro il fumo e nel contempo permettevano che l’industria del tabacco remasse contro con la sua pubblicità.
In Cile gli alimenti con bollino nero non possono essere pubblicizzati o venduti nelle scuole e saranno oggetto di future tasse in aggiunta alle tasse già esistenti come la sugar tax per i soft drink. Inoltre questi alimenti non potranno più usare personaggi o cartoni animati, persone o animali che attirino l’attenzione dei bambini. Non potranno essere utilizzati neppure musiche per bambini, regali, accessori o adesivi, situazioni che rappresentino la vita quotidiana dei bambini, applicazioni interattive, giochi o concorsi. Ecco come cambiano le confezioni dei prodotti prima e dopo l’introduzione di questo programma di prevenzione dell’obesità, in Cile e in Messico.
In Italia non abbiamo nessuna regolamentazione. Alcune industrie alimentari per far pubblicità usano anche gli influencer in canali YouTube con milioni di bambini come follower. Fedez insieme a Orietta Berti e Achille Lauro ha inserito in una canzone di grande successo e anche nel video un richiamo molto evidente alla Coca-Cola e hanno totalizzato oltre 100 milioni di visualizzazione su YouTube in un anno. I nostri bambini sono i più obesi d’Europa ma le autorità scientifiche (ad esempio Sinu, Adi, Simg…) non lo evidenziano come dovrebbero. Forse c’è da chiedersi se esiste una relazione fra alcune scelte e alcune sponsorizzazioni da parte dell’industria alimentare. Si preferisce parlare genericamente di educazione alimentare (che nessuno fa!); si ripete il mantra tanto caro all’industria alimentare: “non ci sono alimenti buoni o alimenti cattivi”; si sostiene che è responsabilità dei genitori educare i figli (quando invece è la pubblicità che usa i bambini per manipolare i genitori!).
Attribuire ogni responsabilità al singolo individuo e puntare tutto sull’educazione alimentare è un sistema fallimentare che non funziona. La pubblicità soverchia qualunque tentativo di educazione della popolazione generale. È necessario creare un ambiente sicuro dove vengano facilitate le scelte più salutari (nudging) tramite politiche pubbliche che favoriscano un ambiente sano, tutelino le persone. Anche i politici possono essere condizionati attraverso il finanziamento delle loro fondazioni: ad esempio la sugar tax promossa dal Fatto Alimentare nel lontano 2018 in Italia è ancora lettera morta! Il nostro Paese pur di bloccare qualunque etichetta informativa europea (Front of Pack Label), utile per informare sulla qualità del cibo, si è inventata un’etichetta (Nutrinform Battery) sostenuta e finanziata direttamente dall’industria: il risultato è una finta etichetta che non protegge il consumatore.
L’Italia potrà fare il primo passo per affrontare seriamente l’obesità solo quando le istituzioni e le società scientifiche si libereranno dalle catene degli sponsor dei prodotti alimentari (ad esempio Coca-Cola, Eridania, Ferrero…). Il passo successivo sarà quello di copiare dai più bravi come già sta facendo l’Argentina, su modello del Messico. I nostri bambini stanno aspettando.
Le immagini e le tabelle sulle etichette di questo articolo sono tratte da: https://www.ncbi.nlm.nih.gov/
Antonio Pratesi e Abril Gonzalez Campos – Gli autori dichiarano di non aver alcun conflitto di interessi
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