Biologo Nutrizionista e Dietista – uptodate
A completamento dell’articolo sul Fatto Alimentare qui sotto allegato riporto cosa riferisce un professore ordinario di una importante università del Veneto (ora in pensione) che ha vissuto quell’epoca in prima persona (intervista dic 2018)
Inoltre più in basso miei commenti alla fine dell’articolo sul Fatto Alimentare
Cosa faceva il Biologo specialista in Scienza dell’Alimentazione negli anni ’80? :
Quindi gli antenati degli attuali Biologi Nutrizionisti non erano molti e per lavorare nei SIAN dovevano avere la specialità in Scienza dell’Alimentazione. La nutrizione clinica apparteneva ai Medici (e Dietisti a seguito). La nutrizione applicata (=nutrizione di popolazione, di comunità e di individui singoli sani o diagnosticati da un medico) a medici e biologi.
Commenti a fine articolo sul Fatto Alimentare:
Caro Alessandro ho iniziato a frequentare l’ambiente della nutrizione clinica sin dal 4 anno di medicina (1988) perché volevo diventare un esperto in nutrizione MA solo nel 2008 sono venuto per la prima volta a conoscenza dell’esistenza dei biologi nutrizionisti. Come mai? Potrei sbagliarmi, ma l’unica spiegazione che mi so dare è che forse NON ESISTEVANO. Cioè non esistevano i biologi che facevano un lavoro uguale o per certi versi simile a quello dei dietisti. Perché è questo che si intende oggi per biologo nutrizionista in Italia.
1) Lei dice che“L’attività di nutrizionista rientra tra le competenze del biologo fin dalla legge istitutiva dell’ordine, correva l’anno 1967”. Nel profilo del 67 tra le specifiche competenze c’è scritto “valutazione dei bisogni nutritivi ed energetici dell’uomo, degli animali e delle piante”. Bisogni nutritivi forse indica lo studio degli alimenti e dei nutrienti a livello di ricerca e non elaborare delle diete individuali a pazienti con insufficienza renale cronica o cirrosi epatica (per esempio).
2) Lei dice: “Biologi che somministrerebbero diete lowcarb a soggetti dca (disturbi del comportamento alimentare). Chi lo ha detto?” Purtroppo mi sono capitati in prima persona dei casi di DCA seguiti da biologi. Uno dell’anno scorso. Ragazza di 21 aa con pregressa anoressia da bambina era in eccesso ponderale. Una biologa “nutrizionista”(non specialista in scienza dell’alimentazione e senza master in nutrizione) le ha prescritto una dieta low carb con cui la ragazza ha perso 28 kg! Io avevo visitato la ragazza prima e dopo il trattamento di questa biologa. Ovviamente la povera ragazza, successivamente a questa dieta, ha perso il controllo sul cibo diventando bulimica.
Quindi caro Alessandro abbiamo un problema: forse non tutti coloro che si iscrivono all’ordine dei biologi (Albo – sezione A) hanno una preparazione formale e sostanziale per operare come nutrizionisti clinici.
Sono il primo a dire che i biologi specialisti in scienza dell’alimentazione sono tra i professionisti più preparati nel campo della nutrizione umana, ma trovo poco elegante con tutti i ciarlatani della dieta che ci sono in Italia che l’ONB continui a minacciare e diffidare dei colleghi che operano nel campo della nutrizione (dietisti), piuttosto che combattere il vero abusivismo….
Caro Dr.Avoledo apprezzo le sue osservazioni che condivido nella parte finale del suo intervento. Ho una obiezione riguardo al punto “questo professionista (Biologo) può AUTONOMAMENTE elaborare e determinare diete nei confronti sia di soggetti SANI…”. Io questa grande autonomia rispetto ai dietisti non riesco a vederla. Mi domando come faccia un non medico a stabilire se una persona sia sana. I biologi spesso chiedono ai loro clienti di rivolgersi al medico di fiducia “per farsi prescrivere gli esami”. Dopodiché i clienti portano gli esami del sangue direttamente al biologo (o passano dal medico – si spera). Non sono illazioni, sono cose che succedono ogni giorno! Mi dica cosa fa il biologo quando il paziente/cliente gli porta gli esami bypassando il medico: legge gli esami e stabilisce se la persona è sana o è malata? A me risulta che solo un medico possa leggere gli esami. Inoltre la “prescrizione” di una dieta “è un atto medico”e forse è per questo che si usano dizioni un po’ vaghe come: “elaborare profili nutrizionali”o “elaborare e determinare diete”… basta non usare la parola “prescrizione”. Sia chiaro che non è colpa dei biologi o dell’ONB se la situazione normativa è questa.
Comunque non è assolutamente mia intenzione screditare una categoria. Anzi se c’è una persona che ha difeso la figura dei biologi nutrizionisti (con un curriculum adeguato) sono io. E sono stato denunciato all’Ordine dei Medici per quello che ho scritto sul Fatto Alimentare in questo articolo. Consiglio di andarlo a rileggere per evitare di attribuirmi un pregiudizio negativo (che non ho) nei confronti dei Biologi.
Legga il mio commento soprastante: il mio auspicio è che tutti i nutrizionisti operino secondo una medicina evidence based per tutelare la salute delle persone e invece di minacciare i colleghi dietisti, si preoccupino piuttosto di combattere i ciarlatani. Più nutrizionisti preparati ci sono, meglio è per il nostro paese. Stia tranquillo che, anche se decidessero di regolamentare la figura del biologo nutrizionista in senso restrittivo, in Italia, i diritti acquisiti non si toccano.
Antonio Pratesi
Gentile Dr.ssa Trippa, la parola “nutrizionista”purtroppo è molto abusata in tutti gli ambiti (anche da medici senza una adeguata specializzazione), mentre dovrebbe avere un valore legale e, senza lauree o specializzazioni (non corsi di un week end), nessuno dovrebbe usarla. Con la recente nascita (per effetto dell’Iscrizione all’Albo , sez. A) dei biologi “nutrizionisti” si è aperta una voragine in cui sono entrate persone con i più disparati percorsi formativi, con conseguenze spesso disastrose: ad es. ci sono “centri di dimagramento” modello Bioimis (vedi articolo su Fatto Alimentare ) gestiti da biologi. Se un medico specialista in scienza dell’alimentazione agisse in questo modo l’ ANSISA (Ass. Naz. Spec. Scienze dell’alimentazione) e l’ Ordine dei Medici lo sottoporrebbero ad un procedimento disciplinare. Ma alcuni biologi lavorano così alla luce del sole, senza alcuna conseguenza… Anni fa ho visitato una giovane donna di 28 anni che aveva seguito per 2 mesi una di queste diete monocibo sviluppando un disturbo del comportamento alimentare (era predisposta, risultava dall’ anamnesi). A causa di questa “dieta” si è dovuta sottoporre ad oltre un anno di psicoterapia e ha completamente disimparato le regole di una sana alimentazione.
Un anno fa una mia amica sui 48 anni di età, ricercatrice all’Università (Laurea in Biologia, PhD, Post Doc ecc…con numerose pubblicazioni su importanti riviste mediche) con suo grande stupore mi disse: “ Ma lo sai che ho saputo che posso fare anch’io la nutrizionista?”. Un biologo così, con tanti anni di studio negli ambiti più svariati, non merita forse il titolo di nutrizionista “honoris causa”? Ma, pur nella sua immensa cultura scientifica, lei sapeva di non essere competente nell’ambito della nutrizione clinica e dietetica, che è esattamente quella materia per cui i dietisti sono preparati. Lo Stato non dovrebbe demandare la preparazione dei “nutrizionisti” alla loro buona volontà, senza dei percorsi di studio specifici e formali, poiché si tratta innanzitutto di tutelare la salute delle persone!
E in una situazione del genere, invece di minacciare dei “colleghi” (dietisti) per sciocchezze, sarebbe bene che l’ONB si impegnasse a garantire che tutti i biologi “nutrizionisti” lavorino con competenza e in linea con le migliori evidenze scientifiche, intervenendo con eventuali procedimenti disciplinari nei confronti dei propri iscritti negligenti. Ad una ampia autonomia decisionale corrisponde una altrettanto ampia responsabilità!