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By permission del Fatto Alimentare ©

Continua in Italia il dibattito tra l’etichetta a batteria (NutrInform Battery) e il Nutri-Score. Buona parte dell’industria alimentare per poter promuovere i prodotti ricchi di zuccheri, grassi e sale sostiene che “non esistono alimenti buoni o alimenti cattivi”. Ma le diete più salutari al mondo (Dieta mediterranea, vegetariana e quelle rurali dell’Asia) sono composte da una prevalenza di alimenti che potremmo definire ‘buoni’. Si tratta di frutta, verdura, cereali, frutta secca a guscio e legumi rispetto ad alimenti ultra-processati, come biscotti farciti, bevande zuccherate e piatti istantanei, che hanno una composizione sbilanciata perché si allontanano da ciò che l’uomo ha mangiato nella sua storia evolutiva. Un’alimentazione non corretta è alla base di molte delle malattie croniche della nostra società come diabete mellito, obesità, malattie cardiovascolari e tumori.

L’adozione di un’etichetta interpretativa fronte-pacco (Front of pack food labelling – Fopl) sull’imballaggio dei prodotti alimentari è considerata una priorità per promuovere delle diete salutari da parte dell’Oms (Organizzazione mondiale della sanità) e anche del Wcrf (World Cancer Research Fund International) (1-2). L’etichetta a semaforo britannica che utilizza i colori verde, giallo e rosso (vedi sotto) ha dimostrato di essere molto efficace nel cambiare le abitudini e gli acquisti di cibo dei consumatori con delle rilevanti conseguenze per alcuni prodotti (3). Per questo l’industria alimentare in Europa, prima che venisse adottata ufficialmente nel Regno Unito, ha speso più di un miliardo di euro per cercare di bloccarla (4). Uno dei motivi di questa avversione nei confronti dell’etichetta adottata nel Regno Unito, è probabilmente l’interesse di una parte dell’industria alimentare di avere un pubblico di consumatori confuso sul valore nutrizionale dei prodotti, da indirizzare meglio con la pubblicità (5).

 

Esempio di etichetta nutrizionale a semaforo adottata nel Regno Unito

L’industria alimentare nel mondo utilizza diverse tattiche per cercare di bloccare l’introduzione da parte dei vari governi di etichette esplicative da posizionare sugli imballaggi dei prodotti. Le tattiche più usate sono quattro: ritardare, dividere, deviare e negare. (2) In Italia l’industria ha cercato di fare meglio ‘riuscendo’ nell’impossibile impresa di tutelare due interessi opposti: il business e la salute pubblica. Il frutto di questo lavoro è la creazione di una nuova etichetta denominata NutrInform Battery realizzata con la collaborazione di quattro ministeri (Agricoltura, Sviluppo economico, Esteri e Salute), l’Istituto superiore di sanità e il Crea (Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria).

Questa NutrInform Battery ha solo due studi in letteratura, finanziati da Federalimentare (Federazione italiana dell’industria alimentare) e realizzati alla Luiss University di Roma (università privata finanziata da Confindustria), che sostengono la superiorità di questo modello  rispetto al Nutri-Score francese. I motivi? “È più comprensibile, dà più informazioni ed è quindi più utile per fare la spesa”. (6-7) Purtroppo sappiamo dalla letteratura che gli studi finanziati da portatori di interessi hanno, in percentuali elevate, risultati favorevoli a chi finanzia la ricerca (‘Funding effect’).

Etichetta NutrInform Battery frutto della collaborazione di quattro ministeri (Agricoltura, Sviluppo economico, Esteri e Salute), l’Iss e il Crea

La NutrInform Battery è stata promossa da politici, istituzioni e associazioni di categoria che, coerentemente con la loro mission, portano avanti gli interessi dell’industria e dell’agricoltura italiana con l’intenzione di permettere “scelte consapevoli e … (di) informare i consumatori in modo rapido e immediato sulle caratteristiche nutrizionali dell’alimento”. Il risultato però è deludente, poiché il sistema risulta poco comprensibile e quindi poco utile nel promuovere scelte più salutari.

Facciamo degli esempi. Immaginiamo di essere in un supermercato per fare la spesa. Dobbiamo comperare una ventina di prodotti, abbiamo poco tempo perché siamo di fretta e abbiamo bambini piccoli che ci distraggono. Dobbiamo stare attenti ai prezzi, alle offerte, a comprare alimenti che non fanno troppo ingrassare. Ecco l’etichetta di tre prodotti che desideriamo comperare (vedi foto sotto) : una crema alla nocciola (prodotto 1), biscotti (prodotto 2) e pane integrale (prodotto 3). Quali tra questi cibi andrebbero evitati per contrastare sovrappeso e obesità? Provate a decidere ‘a colpo d’occhio’, in modo rapido e immediato! È evidente che la cosa risulta abbastanza complicata.

Etichetta NutrInform battery di tre prodotti: crema alla nocciola (prodotto 1), biscotti (prodotto 2), pane integrale (prodotto 3)

Le batterie posizionate sotto le varie voci (energia, grassi, grassi saturi, zuccheri e sale) indicano la quantità di ogni elemento nutritivo presente nella porzione del prodotto considerato. La batteria degli zuccheri si riferisce alla normativa europea (Reg. 1169/2011) e considera come assunzione giornaliera 90 grammi, un valore distante dai 75 g al giorno consigliati dai Larn nel 2014 e dai 50 grammi indicati dall’Oms. In altre parole la batteria degli zuccheri usa come riferimento un valore   quasi doppio rispetto a quello consigliato dall’Oms. Possiamo dire che la grafica del NutrInform Battery sottostima la quantità di zuccheri che assumiamo. Veniamo all’etichetta a semaforo Nutri-Score francese che probabilmente verrà adottata quest’anno come modello europeo.

L’etichetta a semaforo Nutri-Score permette di capire subito quali sono gli alimenti da evitare o da ridurre, perché sbilanciati dal punto di vista nutrizionale e contengono troppi zuccheri e grassi

Osservando l’etichetta il consumatore capisce subito quali sono gli alimenti da evitare o da ridurre, in quanto sbilanciati dal punto di vista nutrizionale poiché contengono troppi zuccheri, grassi o sale (la crema e i biscotti che riportano un colore rosso). Al contrario il pane è un alimento con caratteristiche nutrizionali nel complesso buone e quindi si aggiudica un colore verde nel semaforo. Usando l’etichetta a batteria non si riesce a giungere alle stesse conclusioni in un batter d’occhio, e anche osservando con attenzione si fa fatica a decodificare il significato.  Che senso ha informare il consumatore con tanti dati se poi non li sa interpretare? Anche gli autori di questo articolo, che sono nutrizionisti e sono abituati a leggere le etichette, sono disorientati di fronte alla NutrInform Battery, figuriamoci le persone che hanno una cultura nutrizionale inferiore rispetto a quella degli addetti ai lavori.

Entriamo adesso nella corsia cereali per la prima colazione dove ci sono almeno 15 confezioni e immaginiamo di voler scegliere quelle più valide per contrastare obesità e sovrappeso? Per praticità scegliamo solo tre tipi che attirano la nostra attenzione. Vediamo se la NutrInform Battery ci aiuta a scegliere.

In queste immagini le etichette sono allineate e possiamo facilmente comparare fra loro i tre cereali per la prima colazione che hanno una composizione simile. Ma questo confronto è abbastanza complicato da fare nella corsia del supermercato, dove dobbiamo memorizzare i valori della prima etichetta per confrontarla con le altre due. E infine stabilire quale dei tre è il cereale migliore? 

Vediamo ora come vengono classificati gli stessi cereali con l’etichetta a semaforo Nutri-Score. Il confronto diventa molto più semplice, basta guardare il colore dal verde all’arancione per capire che le differenze ci sono.

 

Adesso vediamo cosa succede durante l’acquisto di biscotti, volendo scegliere i migliori da un punto di vista nutrizionale.

La  NutrInform Battery riferita a questi sei tipi di biscotti “ti manda in tilt” perché ha troppi numeri da confrontare tra loro, e non si riesce ad avere neppure un giudizio di sintesi per la categoria biscotti. Il Nutri-Score ci permette non solo di evidenziare in modo rapido e immediato i biscotti migliori, ma consente anche di valutare i biscotti come gruppo alimentare, perché sono pochi quelli che meritano un giudizio ‘A’ o ‘B’ verde, quasi tutti meritano il colore arancione/rosso ‘D’ o ‘E’. Quindi il consumatore, grazie al Nutri-Score capisce che i biscotti sono prodotti da consumare con moderazione.

Seguendo le linee guida per una sana alimentazione si scopre che i biscotti a colazione possono essere tranquillamente sostituiti al pane tutte le volte che vogliamo. Quindi sarebbe utile capire cosa comporta utilizzare biscotti a colazione al posto del pane. La NutrInform Battery è poco utile  perché, riferendosi alle porzioni indicate da ogni produttore non è possibile comparare gruppi alimentari diversi (in questo caso 50 grammi il pane e 30 i biscotti). Il Nutri-Score invece si riferisce sempre a 100 g di alimento, quindi è possibile confrontare anche prodotti che appartengono a categorie diverse come il pane e i biscotti: il pane si colloca tra ‘A’ e ‘B’ (verde) mentre i biscotti tra ‘D’ e ‘E’ (arancione e rosso).

 

Anche in questo caso il Nutri-Score per chiarezza ed immediatezza sbaraglia la NutrInform Battery. Il consumatore capisce che è sempre preferibile il pane piuttosto che biscotti e questa è un’informazione che può aiutare a contrastare l’obesità! È chiaro che il pane viene mangiato con marmellata, miele, formaggio o altro. Ma qualunque sia il companatico a parità di peso (ad esempio 50 g di pane e marmellata al posto di 50 g di biscotti) il pane e affettato/formaggio/marmellata o altro, ha sempre meno calorie e zuccheri rispetto ai vari biscotti. Si dirà che la porzione standard dei biscotti è di soli 30 grammi, ma questa è solo teoria: quale adolescente si limita a soli 3-4 biscotti quando questi sono così friabili, da sciogliersi in bocca senza neppure doverli masticare. Ci sono poi alcune confezioni di biscotti che propongono come porzione 50 g di prodotto!

Concludendo il Nutri-Score è semplice e di immediata comprensione per il consumatore. I colori, le lettere e la grafica sono così chiari che non occorre neppure spiegare questo tipo di etichetta. Non si può dire lo stesso per l’etichetta a batteria italiana (colore azzurrino pallido) che fornisce tante informazioni. Ha 17 numeri, di cui 14 variano continuamente adattandosi alle porzioni indicate che possono essere di 15, 30, 50, 80 o addirittura 150 grammi. Diventa molto complicato decodificare e memorizzare i valori e quindi crea facilmente confusione.

Il Nutri-Score è stato creato da un’università francese e ha a suo sostegno oltre 40 studi indipendenti pubblicati in riviste peer reviewed.  Ci sono centinaia di scienziati che appoggiano il Nutri-Score, ma è imbarazzante vedere che in Italia si fanno delle pubblicazioni in cui lo si critica in tutti i modi per sostenere una presunta superiorità della NutrInform Battery nell’informare il cittadino e contrastare l’obesità (“the NutrInform Battery system results seem to support its conceptual superiority and use as a valid public health strategy to reduce obesity and related disorders”) (8). Dai pochi esempi che abbiamo illustrato chiunque può capire come sia inverosimile che la Nutrinform Battery abbia una qualche utilità per contrastare l’obesità e favorire scelte alimentari consapevoli.

Da quanto spiegato risulta purtroppo imbarazzante vedere che il ministero della Salute, l’Iss e il Crea siano schierati a favore del Nutrinform Battery dimenticando così la loro mission: tutelare la salute dei cittadini.

Adottare la Nutrinform Battery (come del resto il Nutri-Score) è una scelta facoltativa e in Italia a quanto ci risulta fra le grandi aziende solo ferrero la propone sui suoi prodotti. Forse l’obiettivo reale di questa operazione è tenere lontano il Nutri-Score che permetterebbe al consumatore di capire e scegliere con consapevolezza tra i prodotti, con buona pace dei bambini italiani che sono tra i più obesi d’Europa!

Antonio Pratesi Abril Gonzalez Campos (gli autori dichiarano di non aver alcun conflitto di interesse)

Bibliografia:

  1. Health Evidence Network Synthesis Report 61. What is the evidence on the policy specifications, development processes and effectiveness of existing front-of-pack food labelling policies in the WHO European Region?” Oms, Ufficio regionale europeo
  2. Building momentum: lessons on implementing a robust front-of-pack food label” World Cancer Research Fund
  3. Front-of-pack nutrition labels prompt surprise swing in sales” Food Manufacture
  4. All in this together: the corporate capture of public health” British Medical Journal
  5. UN Summit on non-communicable diseases. Up to the Summit: Inglorious paths” World Nutrition
  6. Effects on consumers’ subjective understanding of a new front-of-pack nutritional label: a study on Italian consumers” Taylor & Francis Online
  7. A cross-country experimental study on consumers’ subjective understanding and liking on front-of-pack nutrition labels” Tayler & Francis Online 
  8. Front‐of‐pack (FOP) labelling systems to improve the quality of nutrition information to prevent obesity: NutrInform Battery vs Nutri‐Score” Eating and Weight Disorders

© Riproduzione riservata Foto: stock.adobe.com, depositphotos.com

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12 Commenti

  1. È certamente penoso vedere schierate le istituzioni sanitarie italiane al fianco degli industriali e non dei cittadini/sudditi, ma, per quel che mi riguarda, sarebbe molto meglio investire sulla consapevolezza e capacità di interpretazione dei consumatori.

  2. massimo piselli

    “L’industria alimentare per poter promuovere i suoi prodotti ricchi di zuccheri, grassi e sale ” Non vi viene in mente che l’industria produce quello che il mercato chiede ?

  3. Tra l’immediatezza semplicistica della Nutri-Score e l’invisibilità della Battery all’italiana, quoto decisamente la più completa, istruttiva e visibile nutrizionale a semaforo del Regno Unito.

    • Avendo vissuto nel Regno Unito ho avuto modo di apprezzare l’etichetta “a semaforo”, ma soprattutto secondo me non è un caso che né il NutriScore né il NutrinformBattery riuniscano entrambi i pregi dell’etichetta inglese:
      – il NutriScore ha i colori (verde, giallo, rosso) ma mescola tutte le informazioni in una sola indicazione
      – il NutrinformBattery ha le indicazioni separate per i nutrienti, ma non ha i colori.

      Ma poi, se c’era già qualcosa che funzionava più che bene, perché perdere tempo a inventarsi qualcosa di nuovo? Forse perché quello che c’è funziona “troppo” bene?

    • Fra l’altro noto che il semaforo inglese fa riferimento alle porzioni medie, non ai 100 grammi. Cosa che (se definita a livello ministeriale) giudico di fondamentale importanza per dare un vero servizio alla salute pubblica.

    • Infatti è uno degli aspetti che la rendono precisa e realmente utile, perché dei 100g teorici non è rappresentativo di nessuna porzione consumata, ma solo per fare confronti teorici di principio tra alimenti simili.
      Ad onor del vero anche la nostra Battery nazionale fa’ riferimento alla porzione media generalmente consumata, ma la grafica la rende invisibile per il colore troppo neutro e che non richiama certo l’attenzione del consumatore.
      Infine come sostiene giustamente il Dott. La Pira, con il quale ci confrontiamo da anni sull’argomento, restano da stabilire le porzioni medie consumate per ogni alimento, parametri importanti che non possono ne debbono essere lasciati alla discrezione dei produttori, ma che dovranno essere stabiliti da un’autorità sanitaria comunitaria, magari su base indicazioni dell’Oms.

  4. L’etichetta italiana a batteria è molto più completa e difficile da ingannare, rispetto alla Nutriscore, per la quale le industrie hanno già messo in commercio una quantità di prodotti ultratrasformati con dozzine di additivi, addensanti, coloranti, conservanti, emulsionanti, stabilizzanti… tutti singolarmente non nocivi e quindi adatti a ottenere il semaforino verde, per dire, la cocacola zero ottiene il “verde”, come i finti burgher di soia… mentre i gelati artigianali ottengono il “rosso” perché colpevoli di contenere zucchero, uova, panna.

    L’etichetta italiana ha solo bisogno di un po’ di colore per renderla più immediatamente comprensibile e di un peso di riferimento fisso obbligatorio, ad esempio per 100 grammi di prodotto e non per “porzione” (arbitraria, comunque venga decisa), e che dimenticherò nel momento in cui tuffo la mano nel sacchetto, mentre se so che su 100 grammi di quello che compro il 10% sono grassi ho un riferimento preciso e inequivocabile.

  5. Che noia questa solfa anti-italiana.
    Non è solo l’industria italiana che è contraria al Nutriscore, lo sono un nugolo di scienziati, i consorzi, il governo, alcune associazioni di consumatori (a parte altroconsumo).
    Poi ci siete voi che fate campagna contro e pubblicate sempre gli stessi argomenti:

    PS a favore del Nutriscore ci sono i francesi che sono contrari alla Dieta Mediterranea, nonché molte multinazionali di quelle che “alla nostra industria” fanno un baffo in quanto a prodotti iperelaborati.
    Ciao

  6. Smettiamola con le CROCIATE. Si può e si deve addivenire ad un compromesso prendendo ciò che di buono hanno i vari sistemi

    L’esordio è da bolla papale di scomunica del basso medioevo: “La NutrInform Battery è stata promossa da politici, istituzioni e associazioni di categoria che, coerentemente con la loro mission, portano avanti gli interessi dell’industria e dell’agricoltura italiana con l’intenzione di permettere “scelte consapevoli e … (di) informare i consumatori in modo rapido e immediato sulle caratteristiche nutrizionali dell’alimento”. Il risultato però è deludente, poiché il sistema risulta poco comprensibile e quindi poco utile nel promuovere scelte più salutari.”
    Questo è l’esempio di un giornalismo fazioso. Già si giudica un sistema senza nemmeno conoscerlo approfonditamente. Il mondo non è Bianco o nero!!!
    Vogliamo cominciare a discutere serenamente e, per quanto possibile scientificamente, dell’argomento?
    PRO
    Distillando: “…il sistema risulta poco comprensibile”. E’ vero, Nutriscore ha l’IMMEDIATEZZA della comunicazione cromatica che viene mentalmente associata alla salubrità nutrizionale.

    CONTRO
    Il Nutriscore ha l’enorme svantaggio di non considerare il principio fondamentale della Tossicologia Moderna (a suo tempo enunciato da Paracelso) ed utilizzato in tutte le considerazioni scientifiche: “la dose fa il veleno”. Il fatto di riferirsi sempre a 100 g allo scopo di effettuare confronti “omogenei” fra prodotti della stessa categoria NON risulta essere molto educativo nelle scelte alimentari.

    A suo tempo il SINU, Società Italiana di Nutrizione Umana, ha pubblicato un fondamentale lavoro relativo allo Standard Quantitativo delle Porzioni (lo si scarica gratuitamente digitando Standard Quantitativo delle Porzioni in qualsiasi motore di ricerca).
    Quindi, abbiamo un TERRENO COMUNE definito come: “La porzione standard è la quantità di alimento che si assume come unità di riferimento riconosciuta e identificabile sia dagli operatori del settore
    Nutrizionale e sia dalla popolazione”.

    Il sistema FoP ha l’enorme vantaggio di utilizzare sia la COMUNICAZIONE CROMATICA RAPIDA, i COLORI, sia il riferimento alla PORZIONE (che sarà arbitraria fin che si vuole ma è già un riferimento, in definitiva abbiamo delle linee guida del SINU o no?) sia il vantaggio che, come ho già dimostrato ampiamente in queste pagine, laddove il NUTRISCORE, per l’olio extravergine di oliva, 100 g, sulla base di una composizione del CREA riceve un colore ARANCIONE (16.16 % di grassi saturi), con il sistema FoP ed utilizzando la PORZIONE così come definita dal SINU (10 g) avrà, rispetto ad una dieta di riferimento da 2000 kcal, 3 colori verdi per Grassi Totali, saturi, Zuccheri e Sale, ovvero: “LA DOSE FA IL VELENO”.

    Infatti 100 g di olio extravergine di oliva ottengono 2 etichette rosse: Grassi e grassi saturi e, ovviamente 2 etichette verdi per Zuccheri e Sale.

    Capite qual sia l’importanza, per noi consumatori, di utilizzare al meglio le informazioni nutrizionali!

    È VERO, il sistema Nutrinform Battery ha lo svantaggio della scarsa immediatezza di comunicazione tramite colori. Inoltre è di scarsa leggibilità immediata per il lettore medio (consumatore) ma, presenta il vantaggio di utilizzare, anche se in forma ridotta, le informazioni attuali presenti nel sistema di etichettatura specificato dal reg. 1169/2011 con il vantaggio aggiuntivo del riferimento alla PORZIONE.

    L’uovo di Colombo: “perché non aggiungere i colori?”. In questo modo avremo il vantaggio cromatico proposto da Nutriscore e FoP con in più le informazioni supplementari della PORZIONE e della dieta di riferimento la cui importanza è fondamentale come vedremo quando si discute di alimentazione BILANCIATA. Non scordatevi mai di chiedervi sempre, quando parlano di alimentazione bilanciata: “Bilanciata rispetto a che cosa?”

    A proposito della dieta di riferimento indicata nella Parte B dell’allegato XIII al Reg. 1169/2011:

    Elementi nutritivi o energetici Consumo di riferimento
    ————————————————————————-
    Energia 8400 kJ/2000 kcal
    Grassi totali: 70 g
    Acidi grassi saturi: 20 g
    Carboidrati: 260 g
    Zuccheri: 90 g
    Proteine: 50 g
    Sale: 6 g
    ———————————————————————–

    La cosa divertente è che se si effettuano le opportune conversioni energetiche avremo:
    Grassi: 70 x 9 = 630 kcal
    Carboidrati: 260 x 4= 1040 kcal
    Proteine: 50 x 4= 200 kcal
    TOTALE: 1870 kcal

    Mancano all’appello 130 kcal! Vogliamo essere generosi? Si sono dimenticati della Fibra (2 kcal/g)?
    Allora 130/2= 65 g di fibra al giorno!!!!! ???? Provare per credere!

    Effettivamente i LARN consigliano di limitare gli zuccheri semplici a <15 % dell’energia e quindi a 75 g al giorno, per quanto riguarda l’OMS è bene nemmeno considerarla più vista la NON attendibilità e soprattutto il comportamento che ha avuto ultimamente!

    Al di la delle distinzioni dietetiche (ricordo che la decantata dieta mediterranea parla di 45–60% di Glucidi, (https://www.fondazioneveronesi.it/magazine/articoli/alimentazione/dieta-mediterranea-una-piramide-di-salute) su cui si potrebbe poi addivenire ad un accordo, il problema vero è la comunicazione.

    Poi veniamo alla discussione “Immaginiamo di essere in un supermercato per fare la spesa…”
    SI fanno 3 esempi di cui il primo è Nutella e, come si vede il Nutriscore assegna un bel E, ROSSO, intendendo da consumare con estrema moderazione. Il FoP o il Nutrinform Battery (che andrebbe migliorato) per prima cosa si riferiscono alla PORZIONE e poi, il FoP indica che vi sono 3 COLORI ARANCIO (Grassi, grassi saturi, zuccheri) ed UN COLORE VERDE (sale) e quindi NON nega a priori l’alimento ma indica molto esplicitamente di rispettare almeno la PORZIONE. Con 8.5 g abbiamo 4 colori VERDE!
    Tutte queste informazioni il Nutriscore non le da, il sistema è LIMITATO ma perfettibile.

    Il secondo esempio potrebbe essere relativo a dei biscotti Petit-beurre con un bel E ROSSO nel Nutriscore ma, nel sistema FoP otterremo, per la porzione consigliata dal produttore, 25 g, tre ARANCIO per grassi, grassi saturi e zuccheri rispettivamente ed 1 VERDE per il sale! Notate che con 2 biscotti, pari a 16 g avremo 4 colori VERDE! Dovremmo escludere i Petit beurre dalla nostra dieta?

    E vediamo il terzo esempio. Se si prendono i dati dalle tabelle di composizioni del CREA il punteggio Nutriscore è A VERDE ma, analizzandoli per porzione con il sistema FoP, 50 g sono una porzione, abbiamo 3 VERDI per grassi, grassi saturi zucchero ed il COLORE ARANCIO è riservato solo al sale.

    Allora, quale dei criteri è il più informativo per noi poveri consumatori?

    La conclusione si trova all’inizio!

    Infine, “Anche gli autori di questo articolo, che sono nutrizionisti e sono abituati a leggere le etichette, sono disorientati di fronte alla NutrInform Battery, figuriamoci le persone che hanno una cultura nutrizionale inferiore rispetto a quella degli addetti ai lavori.”

    Per leggere una etichetta NON si dovrebbe essere ADDETTI AI LAVORI ma, la comunicazione dovrebbe essere la più immediata possibile, per tutti (dove per tutti intendiamo gran parte degli esseri senzienti, si spera) altrimenti se la comunicazione è per gli addetti ai lavori allora, in questo contesto, è sbagliata

    Per l’analisi sui cereali da colazione e rispondere ad una domanda posta in maniera un po’ affrettata: “..E infine stabilire quale dei tre è il cereale migliore

    Kellogs K (30 g) + 1 tazza (250 mL) di latte intero pastorizzato risultano essere ben bilanciati (secondo l’Indice di Qualità Nutrizionale) in una dieta per una adulto maschio, 18 – 29 anni, peso 70 kg, con fabbisogno calorico giornaliero di circa 2700 kcal e dieta di riferimento pari a quella precisata dal reg. 1169/2011.

    Come vedete i criteri nutrizionali non si possono tagliare con l’accetta. Ahimè, tutto deve essere argomentato al meglio a scapito della brevità, purtroppo.

Link ad articolo originale

Nutrinform Battery contro Nutri-Score, l’industria alimentare contro la salute pubblica

 

About The Author

Medico Nutrizionista Clinico, Food Politics. Diet-debunker.

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